(di Francesca Paggio)
Sul canone Rai in bolletta siamo in
alto mare. L'allarme è di Assoelettrica, che nel giorno in cui
scadono i termini, senza che nulla arrivi, per il decreto del
ministero dello Sviluppo economico necessario per risolvere i
tanti nodi ancora irrisolti, avverte che "le imprese non sanno
come fare" e, quindi, "il rischio è che si arrivi impreparati
alla scadenza del prossimo luglio".
La legge di Stabilità 2016 che ha introdotto la norma del
canone nella bolletta elettrica prevede due atti specifici
ulteriori, che devono essere emanati dal Mise e dall'Agenzia
delle Entrate. Il primo è per l'appunto il decreto attuativo che
deve definire i dettagli della misura e per il quale la legge ha
stabilito una tempistica di 45 giorni dall'entrata in vigore
della Legge di Stabilità: a conti fatti, si arriva alla giornata
di ieri, 14 febbraio, che essendo una domenica slitta a oggi. Al
ministero, tuttavia, ancora "stanno lavorando", ma fonti
assicurano che il decreto dovrebbe essere emanato "in tempi
brevi". Il secondo provvedimento atteso è quello dell'Agenzia
delle entrate, che deve definire le modalità per la
presentazione dell'autocertificazione di coloro i quali non
posseggono una tv e, quindi, sono esentati dal pagamento:
dall'Agenzia ricordano comunque che il provvedimento in
questione potrà arrivare "solo dopo il decreto del Mise".
Senza l'uno, insomma, non ci sarà l'altro e intanto le
aziende aspettano, mentre "il tempo stringe". Da qui l'allarme
lanciato da Assoelettrica, che per la verità fin dall'inizio si
era dichiarata contraria al canone in bolletta definendolo "un
pasticcio" e che insieme a Utilitalia ha inviato al ministero un
documento circostanziato che elenca tutti i problemi aperti. "Le
imprese - ricorda il presidente di Assoelettrica Chicco Testa -
devono predisporre i necessari sistemi informatici per emettere
le nuove fatture modificate, bisogna incrociare le banche dati,
occorre chiarire una lunga serie di problemi che ancora non sono
stati sciolti, dalla questione dei ritardati pagamenti, alla
morosità, dall'eventualità di un cambio di fornitore ai
pagamenti parziali, dai reclami ai contratti non residenti".
Il documento presentato al Mise offre una lunga serie di casi
in cui l'incertezza regna sovrana: cosa succede, per esempio, se
un utente cambia fornitore di energia? E ancora, cosa deve fare
un fornitore di energia che attiva la fornitura a un cliente in
corso d'anno per esempio a dicembre? Quando si parla di 'prima
fattura successiva al 1 luglio' si intende emessa oppure con
scadenza di pagamento? Che fare in caso di ritardi di
fatturazione nella emissione e, quindi, nella riscossione? I
solleciti devono includere anche la quota canone? Ci sono poi da
disciplinare i casi di pagamenti con bollettino postale, le
rateizzazioni, i reclami, gli interessi di mora, i pagamenti con
Rid. Una vera e propria giungla di incognite, insomma, che le
imprese chiedono di risolvere, anche con un confronto tra tutti
i soggetti coinvolti: ministeri, Autorità per l'energia, Agenzia
delle Entrate, Acquirente Unico e le associazioni degli
operatori.
Ma ad avere bisogno di chiarimenti non sono solo le imprese,
ma anche le famiglie. "Siamo convinti - avverte il Codacons -
che a luglio si scatenerà un vero e proprio caos, con gli utenti
e le aziende elettriche impreparate ad affrontare la novità. Le
famiglie ancora non hanno capito come avverrà il pagamento del
canone, chi è tenuto a versarlo e per quali case, e non vogliamo
pensare a cosa avverrà in caso di morosità o ritardi nei
pagamenti".
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