In Italia il prelievo fiscale sul patrimonio immobiliare era nel 2012 al 2,6% del Pil, al nono posto tra i paesi Ocse. Il prelievo più basso in Estonia (0,3% del PIL) quello più alto nel Regno Unito (4,2% del PIL). E' quanto risulta dal Rapporto Immobili 2015 dell'Agenzia delle Entrate. Tra i Paesi considerati, si legge nel rapporto dell'Agenzia delle Entrate, gli Usa, il Giappone, il Belgio, la Francia, il Regno Unito, la Corea del Sud, il Lussemburgo e il Canada mostrano, nel 2012, un rapporto tra prelievo sul patrimonio e prodotto interno lordo superiore a quello italiano. Per contro, i Paesi dell'est europeo, la Germania e l'Austria si collocano su valori inferiori all'1%. Il Rapporto analizza la composizione del prelievo distinguendo tra imposte sulla proprietà immobiliare, imposte sulla ricchezza netta, sulle successioni e donazioni e sulle transazioni finanziarie e di capitale. Il prelievo sulle transazioni finanziarie e di capitale (quasi 1,0% del PIL) in Italia risulta al contrario piuttosto elevato se confrontato con i principali Paesi dell'Ocse che in media mostrano valori inferiori allo 0,6% del PIL. Solo la Corea, esibisce una percentuale di prelievo su transazioni e di capitale in rapporto al PIL superiore a quella del nostro Paese (1,7%). Nel complesso, in Italia, una quota significativa del prelievo immobiliare è costituita dalle imposte ricorrenti sul patrimonio e dalle imposte sulle transazioni e sui capitali; mentre risulta contenuto il prelievo sulle successioni e donazioni e sulla ricchezza netta. Le imposte «ricorrenti», in Italia, rappresentano, nel 2012, l'1,5% del PIL; fanno registrare valori superiori l'Islanda (1,7%), il Giappone (2,1%), la Francia (2,6%), gli Stati Uniti (2,8%), il Canada (2,9%) ed il Regno Unito (3,4%).
Tasse casa 42,1 mld 2014, con Tasi +4,6 mld su 2013 - In Italia, il gettito derivante dalle principali imposte sul possesso, sulla locazione e sulla compravendita di immobili è stato nel 2014 di 42,1 miliardi di euro contro 42,3 miliardi di euro del 2012. Il leggero aumento del gettito nel 2014 rispetto al 2013 (38,4 miliardi di euro) è è dovuto principalmente all'introduzione della Tasi che ha determinato un incremento delle entrate di 4,6 miliardi di euro. E' quanto risulta dal Rapporto Immobili Italia 2015 dell'Agenzia delle Entrate. Tra il 2012 e il 2014, spiega l' Agenzia, si osserva un aumento delle imposte di natura «reddituale» che passano da 6,4 miliardi a 7,2 miliardi di euro. Il gettito IRPEF è aumentato anche perché sono stati reintrodotti nella base imponibile i redditi degli immobili non locati ad uso abitativo ubicati nello stesso Comune di residenza, nella misura del 50%. Tra le imposte patrimoniali, l'IMU, di natura ricorrente, nel 2014 ha generato un gettito pari a 19,3 miliardi; mentre la TASI sui servizi indivisibili ha prodotto un gettito di 4,6 miliardi. Si osserva, pertanto, che il gettito complessivo IMU-TASI 2014 (23,9 miliardi di euro) rimane pressoché invariato se confrontato con quello del 2012 (23,8 miliardi di euro). Inoltre, si rileva, tra il 2013 e il 2014, un leggero aumento delle imposte sui trasferimenti che passano da 8,7 miliardi a 8,9 miliardi circa di euro, a seguito della leggera ripresa del mercato immobiliare nel III trimestre 2014 che ha fatto registrare un aumento tendenziale riferito al totale delle compravendite pari a +3,6%. In particolare il settore residenziale, rispetto al III trimestre del 2013, ha guadagnato oltre quattro punti percentuali, grazie soprattutto alle compravendite di abitazioni nelle città capoluogo in aumento del 7%. Sono in costante calo, invece, le entrate derivanti dalla tassazione immobiliare sulle locazioni; il gettito relativo, pari a circa 2,3 miliardi di euro nel 2012, scende a 2,2 miliardi di euro nel 2013 e a 2,1 miliardi di euro nel 2014.
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