Le banche, il sistema finanziario e in definitiva l'economia greca, iniziano da lunedì il rientro alla normalità che sarà comunque graduale. Dopo consultazioni con la Bce e la banca centrale il governo di Atene, uscito dal rimpasto del premier Tsipras, ha disposto per decreto la fine del lunghissimo periodo di chiusura degli istituti di credito, durato 3 settimane.
Come anticipato dal presidente Bce Mario Draghi, il quale a sorpresa aveva innalzato giovedì la liquidità Ela per gli istituti del paese fornendo prezioso ossigeno, il rientro alla normalità è progressivo attraverso l'introduzione di una maggiore flessibilità. Nel testo varato dal governo quindi mentre prima era fissato un tetto giornaliero di 60 euro, ora è previsto un massimo settimanale cumulativo di 420 euro. I possessori di carte emesse da banche greche potranno effettuare pagamenti ma solo all'interno del territorio nazionale.
Rimangono in vigore agli altri limiti per i trasferimenti di denaro all'estero o il divieto di apertura di nuovi conti.
Lo scopo è evidente. Sebbene il controllo dei capitali abbia già fatto molti danni all'economia ellenica (da alcuni media locali quantificati in circa 3 miliardi di euro), si teme l'effetto opposto: ovvero una corsa dei risparmiatori agli sportelli che dissanguerebbe ancor più gli istituti di credito del paese dai quali, va ricordato, sono defluiti decine di miliardi, molti verso l'estero, nei mesi scorsi con un picco prima del 29 giugno. Per le banche, che andranno ricapitalizzate con 25 miliardi di euro provenienti dal pacchetto di salvataggio Ue, la sfida è quella di fare i conti nei prossimi mesi con un'economia paralizzata o semi-paralizzata dal blocco del sistema dei pagamenti che rende difficile o impossibile il funzionamento di ogni economia moderna.
Un aiuto in prospettiva potrà arrivare se la Bce, al di là della liquidità Ela (diversi vedono nuovi ritocchi al rialzo in arrivo) potrà anche includere la Grecia nel Qe. Un passo che arriverà solo però se Atene andrà avanti nell'attuazione delle misure. Per ora la scadenza a breve è ripagare all'Eurotower lunedì i 3,5 miliardi grazie al prestito ponte accordato dall'Ue.
E sullo sfondo resta il problema del debito. La posizione netta dell'Fmi per un taglio non fa breccia a Berlino. Però si fa strada quella di un alleggerimento sotto forma di scadenze allungate e tassi (ulteriormente) tagliati. Posizione sostenuta pubblicamente da Mario Draghi e che la stessa Commissione Ue ha riconosciuto che farà parte dell'agenda dei negoziati.
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