Renzi sta dividendo il Paese e cancellando diritti previsti dallo Statuto dei lavoratori. Maurizio Landini torna ad attaccare il governo intervenendo a Radio Anch'io.
"Sui provvedimenti del governo - sottolinea - siamo di fronte a dei dati concreti: in un Paese in cui esisteva lo Statuto dei lavoratori", che conteneva dei "provvedimenti di tutela delle persone che lavorano", quei provvedimenti "sono stati cancellati". "E' un arretramento", ha aggiunto Landini, evidenziando che "il problema è che le aziende assumono se hanno da lavorare e oggi questa inversione di tendenza non c'è. Il rischio è che la precarietà venga estesa più di prima". Secondo il leader delle tute blu della Cgil, bisognerebbe "discutere su quale impresa ci serve e non togliere i diritti a chi lavora".
"La critica che faccio a Renzi - ha proseguito - è che anziché unire il Paese, lo sta dividendo". Il premier "tenta di dare potere ai poteri forti che già ne hanno abbastanza". Landini ha quindi ribadito di non voler scendere in politica: "Non ci ho mai pensato. Ma è mio diritto da sindacalista avere un pensiero politico". Landini ha anche criticato il fatto che siamo "al terzo governo che non è mai stato votato dai cittadini".
"Io in politica? Deciderà la Cgil nel 2018" - "Io voglio continuare a fare il sindacalista. Io dico che per la prima volta nella nostra storia democratica non c'è una rappresentanza politica del lavoro. È in atto un attacco al ruolo, anche politico, che il sindacato generale ha sempre svolto in Italia. Non posso non pormi il problema di contrastare questo processo". Lo afferma a Repubblica il leader Fiom Maurizio Landini, aggiungendo che "Matteo Renzi ha scelto Confindustria, è peggio di Berlusconi c'è una compressione di diritti che non ha precedenti". Alla domanda se una "coalizione sociale" non sia il primo passo per dare vita a un partito, Landini replica: "Non è così. Una coalizione sociale vuol dire mettere insieme chi agisce nel sociale con al centro la questione del lavoro". Per quanto riguarda invece i soggetti che potrebbero far parte di questa coalizione, "tutti coloro che possono contribuire a dare rappresentanza al lavoro". "Il sindacato italiano - sottolinea Landini - ha sempre fatto politica. Ha sempre espresso una sua visione, non è mai stato un sindacato di mestiere". "Alla fine del mio mandato" alla Fiom nel 2018, l'anno delle elezioni, "sarò - spiega quindi Landini - a disposizione della Cgil. Cosa farò lo decideranno i gruppi dirigenti e soprattutto gli iscritti".
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