L'Antitrust ha accolto gli impegni di
iTunes, Google, Amazon e Gameloft, nell'ambito di un
procedimento per possibili pratiche commerciali scorrette,
connesse con la diffusione di un videogioco per bambini sotto
forma di App. I titolari degli store online hanno sostituito
termini quali "Gratis", "Free", con espressioni tali da rendere
chiaro ai consumatori che un'App scaricabile gratuitamente può
comportare la necessità di effettuare successivi pagamenti per
una piena utilizzazione.
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