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Confindustria: sempre più anziani al lavoro, +1,1 mln

Confindustria: sempre più anziani al lavoro, +1,1 mln

Durante la crisi sceso di 1,6 mln il numero di giovani occupati

ROMA, 02 gennaio 2015, 18:16

Redazione ANSA

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In una immagine d 'archivio operai delle imprese dell 'indotto della Fiat di Termini Imerese si recano al lavoro - RIPRODUZIONE RISERVATA

In una immagine d 'archivio operai delle imprese dell 'indotto della Fiat di Termini Imerese si recano al lavoro - RIPRODUZIONE RISERVATA
In una immagine d 'archivio operai delle imprese dell 'indotto della Fiat di Termini Imerese si recano al lavoro - RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA - Durante la crisi i 55-64enni con lavoro sono aumentati di 1,1 milioni, contro il calo di 1,6 milioni tra i 25-34enni. Lo rileva il Centro studi Confindustria. Per gli over 55 il tasso di occupazione è salito al 46,9% nel terzo trimestre 2014 dal 34,2% nel terzo 2007. Per i giovani il tasso di occupazione è sceso di 11,2 punti a 59,1%.

Questo andamento a forbice - dice il Csc - è stato comune a quasi tutte le economie europee, ma è risultato più accentuato in quelle che hanno subito le maggiori contrazioni di domanda e produzione. Nella classifica tra i più significativi paesi della Ue l'Italia è quarta per incremento nel 2007-2013 del tasso di occupazione tra i lavoratori "anziani", dietro a Germania, Polonia e Paesi Bassi. Ed è quarta anche per dimensione della caduta del tasso di occupazione tra i "giovani", preceduta da Grecia, Spagna e Irlanda. Il calo dell'occupazione giovanile è riconducibile all'aumento registrato tra gli anziani? Il confronto internazionale non conferma questo effetto "spiazzamento". - dice Csc - Anzi, dove maggiori sono livelli e incrementi dell'occupazione di persone più avanti negli anni, più elevati sono anche livelli e incrementi dell'occupazione giovanile. Tuttavia, rimane urgente rendere più occupabili i giovani italiani, con una maggiore integrazione tra istruzione e lavoro. Inoltre, riforme che rendano più moderni il funzionamento del mercato del lavoro, come punta a fare il Jobs Act, e il sistema di contrattazione salariale favorirebbero più lavoro per tutti. Per scongiurare che i futuri aumenti del tasso di occupazione degli anziani possano spiazzare il lavoro per i giovani sono necessari interventi che aumentino l'occupabilità di questi ultimi. L'evidenza sulle difficoltà di transizione scuola-impiego in Italia indica che una priorità assoluta a tal fine è una maggiore integrazione tra istruzione e lavoro, per far combaciare meglio le competenze acquisite durante gli studi con quelle richieste nella vita lavorativa. Ciò richiede di promuovere l'inserimento nel mercato del lavoro già durante gli studi, mediante l'alternanza fra istruzione e lavoro. Più in generale, è necessario favorire un avvicinamento del sistema educativo a quello produttivo.
   

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