L'ora 'ics' per la pubblica amministrazione sembrerebbe molto vicina, con il governo intenzionato a chiudere la riforma entro fine mese, attraverso un doppio binario: dl e ddl, come già sperimentato sul fronte lavoro. Calendario alla mano, significherebbe portare le misure nel prossimo Consiglio dei ministri. E' quasi certo che ci sarà all'inizio della prossima settimana un seguito alla riunione di mercoledì scorso tra il premier Matteo Renzi e il ministro della Pa, Marianna Madia. Passato il ponte festivo, quindi, ci si prepara a giorni decisivi per il futuro dei travet. E visto che il tempo stringe, ai sindacati non resta che fare un ultimo appello per un confronto; il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, sul punto avverte: no a ''fughe o furori solitari'' sul pubblico impiego.
I dossier sul tavolo non mancano, a partire dalla staffetta generazionale che fa perno sui prepensionamenti. Uno schema che potrebbe anticipare quanto allo studio anche a livello generale, con la prossima apertura di un tavolo sulla flessibilità pensionistica tra ministero del Lavoro, Inps e commissioni parlamentari. Per la gran parte gli stessi attori che, stando a quanto dichiarato da Madia tre settimane fa, hanno formato il gruppo di lavoro impegnato a cercare una soluzione per svecchiare la Pa, visto che, diceva il ministro, ''abbiamo troppi dirigenti, troppe alte qualifiche e troppo anziane''.
L'obiettivo in altre parole è riaprire il turn over, sostituendo, secondo l'esempio che è circolato, tre anziani, meglio se dirigenti, con un giovane. I risultati che questa 'task force' produrrà dovrebbero quindi essere ingredienti utili in sede di definizione della riforma.
La proposta piace a Bonanni, che si è detto ''d'accordo'', anche se il meccanismo, almeno nell'immediato, necessita di coperture. Un modo meno oneroso di assorbire gli esuberi, stimati dal commissario della Spending Review Carlo Cottarelli in 85 mila, sarebbe la mobilità, ma, a riguardo, il segretario generale della Cisl vuole vederci chiaro e capire quali ''garanzie'' ci siano per i lavoratori. Soprattutto Bonanni chiede di evitare di ''giocare a risiko'' sulla pelle dei lavoratori pubblici, in particolare in un momento come questo ''in cui la politica sta solo in campagna elettorale''. Tra gli altri capitoli che potrebbero finire ancora sotto la riforma ci sono le retribuzioni dei dirigenti, magari con una ridefinizione della parte variabile. Di sicuro, invece, non mancherà una 'ventata' di innovazione tecnologica, con l'avanzata della digitalizzazione, a partire dal Pin personale per accedere negli uffici della Pa on line per sbrigare le diverse pratiche.
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