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Bpm, l'assemblea boccia la riforma della governance

Bpm, l'assemblea boccia la riforma della governance

Vertice resta e conferma aumento; Castagna, avremo ripercussioni

MILANO, 16 aprile 2014, 11:17

Paolo Algisi

ANSACheck

Il presidente del consiglio di sorveglianza di Bpm, Piero Giarda - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il presidente del consiglio di sorveglianza di Bpm, Piero Giarda - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il presidente del consiglio di sorveglianza di Bpm, Piero Giarda - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nuovo terremoto in casa Bpm: l'assemblea dei soci ha bocciato a sorpresa la proposta di modifica dello statuto messa a punto dal vertice della banca con l'obiettivo di dare più spazio agli investitori istituzionali. Determinante nel fare saltare la riforma, sostenuta con forza da Bankitalia, è stata l'opposizione dei soci non dipendenti, i più penalizzati dalla nuova governance, che hanno impedito di raggiungere il quorum dei due terzi necessario per modificare lo statuto. Ma altrettanto determinante è stato l'astensionismo dei soci dipendenti che, dopo aver sostenuto a dicembre con quasi 4 mila voti la lista guidata da Piero Giarda, hanno in buona parte disertato l'assemblea. A votare sono stati infatti 2.577, i favorevoli si sono fermati a 1.565 a fronte di 967 contrari e 45 astenuti. Per il quorum di 1.689 'sì', sono così mancati 134 voti.

La bocciatura apre scenari pericolosi per la banca, fresca dell'addio del socio storico Credit Mutuel, alle prese con un aumento di capitale da 500 milioni e soggetta a requisiti di capitale aggiuntivi da parte della Banca d'Italia, i cosiddetti add-on, la cui rimozione è subordinata, tra l'altro, all'adozione di una governance più orientata al mercato.

"Non sono sicuro che non ci saranno ripercussioni, ma sicuramente andremo avanti" ha detto il consigliere delegato, Giuseppe Castagna, che, come il presidente della sorveglianza Giarda e il presidente del consiglio di gestione, Mario Anolli, non ha intenzione di dimettersi. "Bpm è un progetto in cui crediamo" e "prima di mollare dobbiamo cercare di far rendere l'investimento che noi abbiamo fatto", ha detto Giarda.

I pericoli maggiori, ha spiegato Castagna, arrivano dalle agenzia di rating (Bpm è sotto osservazione proprio per la governance) e da Bankitalia, che potrebbe rifiutarsi di rimuovere gli add-on. Ma anche l'aumento di capitale, che sarebbe dovuto partire il 5 maggio, diventa più complesso.

L'intenzione è di "andare avanti" perché gli accordi con il consorzio di garanzia "prevedevano l'eventualità di un voto negativo da parte dell'assemblea". "Dopodiché di fronte a un fatto inatteso è doveroso sentire la Consob e il global coordinator e fare le valutazioni del caso" anche per verificare eventuali "problemi regolatori e di mercato", che si potranno testare già lunedì alla riapertura della borsa. Inevitabile un confronto con Bankitalia con cui occorrerà reimpostare il cantiere della governance. "Stava andando tutto un po' troppo bene - si è rammaricato Castagna -, ora dovremo fare un passo indietro e ricominciare da capo".

Chi festeggia è Piero Lonardi, capo dell'associazione dei soci non dipendenti, a cui la riforma avrebbe sottratto 3 consiglieri di sorveglianza su 4. "Ci volevano azzerare ma questa è una società quotata e bisogna fare l'interesse di tutti i soci". "Rispetto a dicembre abbiamo perso il 50% dei voti" ha rilevato Giarda, che promette un'analisi dei motivi della sconfitta. Un contributo arriva dalla Uilca, che rimprovera il vertice "di non aver condiviso le scelte strategiche" con i lavoratori. E tra i sindacati nazionali c'è chi imputa a Giarda, salito in Bpm grazie al loro appoggio, di non averli più coinvolti nelle decisioni interne all'istituto.   

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