Un buffetto, con quegli 80 euro in più in busta paga definiti "una cosa positiva" ma anche solo "un primo passo" e un bell'avvertimento, confezionato sotto forma di hashtag: "Matteo non stare sereno". Nella sala anfiteatro del Palacongressi di Rimini - in cui trovano posto anche l'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti e il leader di Sel, Nichi Vendola - il presidente del Consiglio non c'è ma dal palco del Congresso della Fiom, il segretario generale, Maurizio Landini, non pare farci caso: è a lui che dedica un bel pezzo di una relazione durata oltre due ore.
''Dare dei soldi a chi ha redditi bassi, 80 euro netti - scandisce prima di presentarsi alla platea dei delegati - è di per sé una cosa positiva: il problema vero degli 80 euro - aggiunge riferendosi alla riduzione Irpef contenuta nel Def - è che non vengono dati ai pensionati e ai giovani precari che prendono meno di 25mila euro". Quindi, concede, "penso che debba essere un primo passo'' di un percorso che al mondo sindacale pare ancora tutto da delineare.
''Al presidente del Consiglio - attacca rifacendosi alla passione renziana per Twitter - sarei per dire: hashtag Matteo non stare sereno perché noi alle nostre richieste non rinunciamo e non ce ne faremo una ragione''. D'altronde, sottolinea Landini strappando il plauso dei 700 delegati giunti in Romagna, ''dico con molta sincerità che ci sono alcune delle cose annunciate" nei giorni scorsi dall'Esecutivo "che, in sé, sono positive. Alcuni provvedimenti non sono accettabili - affonda - ma, complessivamente, se guardo alle questioni economiche e alle politiche industriali, tutti quei cambiamenti annunciati non li vedo e vedo il rischio che si continui con le scelte sbagliate del passato". Insomma, taglia corto, "non c'è niente di nuovo''.
Frasi secche che sembrano stridere con le congetture di chi aveva individuato nella Fiom e nella sua guida una sorta di 'sponda', per il premier, nell'universo del sindacato. "Il problema - riflette Landini - è capire che il governo Renzi è lo specchio delle nostre difficoltà: a cosa è servita la concertazione in questi anni? Il problema non è chi sta con Renzi o no ma cosa fa la Cgil, quali proposte".
Organizzazione, a Congresso ai primi di maggio a Rimini, cui Landini invia il suo messaggio. "Facciamo una discussione vera e non delle caricature - osserva -: non prendiamoci in giro e accettiamo un confronto democratico vero". Anche perché, chiosa, "rimanere fermi per conservare sé stessi, impauriti, corrisponderebbe ad un suicidio".
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