"Inaccettabile", "aberrante", "ingiusto": i sindacati bocciano senza appello l'ipotesi di un nuovo blocco dei contratti pubblici, l'ultima volta rinnovati nella parte economica per il biennio 2009-2010. E, al contrario, chiedono al governo di trovare subito le risorse necessarie per rinnovarli.
Il Def indica fino al 2020 il pagamento dell'indennità di vacanza contrattuale (dello 0,3% per il triennio 2018-2020) per i dipendenti della Pubblica amministrazione. Il fatto che si faccia riferimento solo all'indennità di vacanza contrattuale, che viene corrisposta quando i contratti sono scaduti, senza che al momento siano previsti stanziamenti per il rinnovo, allarma i sindacati.
L'effetto del blocco dei contratti è chiaro se si guarda alle tabelle del Def. Nel 2011 l'ammontare pagato per le retribuzioni dei dipendenti pubblici è diminuito del 2,1% sull'anno precedente, nel 2012 dell'1,9%, nel 2013 di un ulteriore 0,7%. Quest'anno la contrazione sarà ancora dello 0,7% scendendo a 162,8 miliardi. Nelle previsioni del governo il triennio successivo la spesa si stabilizzerà per poi crescere dello 0,3% nel 2018, appunto per il pagamento dell'indennità di vacanza contrattuale.
"Un ulteriore blocco sarebbe inaccettabile e la nostra risposta non si farebbe attendere", attaccano i segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa, Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili. I lavoratori delle pubbliche amministrazioni "hanno già subito una lunga pausa e perso una parte consistente del loro potere d'acquisto": i contratti del pubblico impiego sono già bloccati da cinque anni - viene ricordato - con una perdita media mensile di 250 euro a testa. E' "aberrante spostare in avanti il contratto dei dipendenti pubblici. Questo significa mettere a terra completamente la pubblica amministrazione", avverte il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. Anche il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, giudica "inaccettabile che ancora una volta si blocchino i contratti dei dipendenti pubblici, fino al 2020. In questo modo lo sarebbero per dieci anni: era il 2010, infatti, quando sono stati bloccati i salari individuali e la contrattazione nazionale e decentrata.
Se non si corregge questa anomalia la risposta sarà molto ferma". Per questo chiede al ministro della Pa, Marianna Madia, "un immediato incontro". Per Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa, è quindi "fondamentale che il governo trovi le risorse per i contratti del pubblico impiego": al contrario, "in caso di conferme" a quella che giudicano "una inutile ingiustizia, ci opporremo con tutti i mezzi a nostra disposizione".
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