Sì alla riduzione del numero massimo di proroghe al contratto a termine di tre anni senza causale, al momento fissato ad otto: "Non c'è un dogma, è discutibile", dice il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. No alla riduzione, invece, della durata dello stesso contratto 'acausale' (cioè senza il motivo dell'assunzione a termine) che resta a 36 mesi. Per l'apprendistato, una diversa formulazione della parte relativa alla formazione: con il dl lavoro, il ricorso alla forma scritta del piano formativo individuale è stato eliminato. E questo rischia di non essere coerente - e quindi di aprire "un contenzioso" - con la normativa europea. Mentre sembra esclusa la reintroduzione dell'obbligo di stabilizzare una percentuale (il 30% nella legge Fornero) di apprendisti, al termine del percorso formativo, per assumerne di nuovi. Il ministro si dice "poco convinto che siano gli obblighi che producono gli esiti".
Sono queste le modifiche al decreto lavoro su cui si sta lavorando, come indicato dallo stesso Poletti, che parla di "aggiustamenti", perché l'impianto generale non si tocca: "stravolgimenti" sono esclusi. La strada e' comunque stretta perchè, come dice il ministro dello Sviluppo Federica Guidi ''dobbiamo salvaguardare al massimo il mantenimento dei posti di lavoro naturalmente creando le condizioni perchè le imprese possano mantenere le loro produzioni in Italia". Come dire, il destino dei posti di lavoro e' legato a quello delle imprese.
Ma il governo scommette anche che non ci saranno 'trappole' dal dibattito parlamentare ("direi proprio di no", risponde Poletti). "Credo non sia molto difficile arrivare ad un ragionevole punto d'intesa", afferma infatti il ministro all'indomani dell'incontro con i deputati del Pd (dopo che la minoranza interna si è schierata per chiedere modifiche al testo), giudicato "assolutamente utile, molto costruttivo". Ma, chiarisce, il punto finale si farà al termine delle audizioni (per concludere le quali si è anche spostato il termine degli emendamenti all'11 aprile). Per allora "non è escluso che anche il ministero debba fare proposte di emendamento per raccogliere una parte dei suggerimenti proposti o frutto della nostra riflessione sulla piena coerenza con la normativa comunitaria" (della formazione nell'apprendistato).
Nella sostanza delle correzioni, per il ministro è possibile ridurre le otto proroghe ("è un numero, non c'è un dogma"). Se è possibile portarlo a sei, risponde che non è ancora deciso: "C'è una discussione da fare, non è ancora cominciata". Poletti respinge invece l'eventualità che si porti da 36 a 24 mesi la durata del contratto a termine, che si può sempre stipulare senza causale: "Sarebbe un controsenso logico se decidessimo di reintrodurre la causale dopo 24 mesi. Questo è un punto che per me non è discutibile". E' "uno temi essenziali della norma", perché "la logica è fare in modo che attraverso le proroghe sia possibile che la stessa persona rimanga nello stesso posto di lavoro per tutta la durata" e così possa essere poi confermato.
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