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Stretta su Def-spending review, focus riforme e sanità

Stretta su Def-spending review, focus riforme e sanità

Taglio 800 mln in centri costo. Nodo debito rinviato ad estate

ROMA, 04 aprile 2014, 11:10

Redazione ANSA

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Nessun intervento sulle pensioni, nemmeno su quelle cosiddette d'oro, considerando che - visto l'esiguo numero - le entrate dello Stato ne gioverebbero ben poco. Sforbiciata invece alle spese della sanità, soprattutto per quanto riguarda gli acquisti ospedalieri. I tempi stringono per la definizione delle coperture del taglio dell'Irpef e la spending review, rivista e corretta rispetto alla proposta iniziale del commissario Carlo Cottarelli, sta gradualmente prendendo forma. A partire da un netto ridimensionamento dei centri di costo della pubblica amministrazione, che da migliaia diventeranno centinaia, o anche qualcuno di meno, con un risparmio quest'anno di 800 milioni di euro.

Il piano definitivo dei tagli alla spesa, che servirà appunto da copertura, è atteso in contemporanea al decreto per la riduzione del cuneo, il 15 o il 16 aprile secondo il calendario dettato dal premier Matteo Renzi, ma il conto alla rovescia è iniziato soprattutto per il Def, che il governo dovrà presentare al Parlamento ufficialmente entro il 10 aprile. Come annunciato dallo stesso Renzi, la scadenza sarà però anticipata di un paio di giorni, quindi i dettagli del documento di economia e finanza saranno resi noti già da martedì, in attesa poi del piatto forte, gli 80 euro in più confermati dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nelle buste paga di maggio.

Proprio per affrontare i temi sul tavolo e fare il punto della situazione, presidente del Consiglio e ministro, che non mancano mai di sottolineare in ogni occasione pubblica la piena sintonia di intenti e vedute, si sono incontrati nel pomeriggio a Palazzo Chigi. Anche se il Def è formalmente presentato dal Tesoro, gli indirizzi e le linee di politica economica sono infatti concordati e condivisi da Via XX Settembre e Palazzo Chigi. E dal Quirinale, altra tappa di oggi nel giro di visite del titolare del Mef.

Il documento conterrà "le riforme che vogliamo fare", ha spiegato Renzi, oltre alle nuove stime macroeconomiche che indicheranno una crescita più bassa di quanto previsto, intorno allo 0,8%, rispetto all'1% finora ufficiale. Il deficit dovrebbe rimanere al 2,6%, ed anche se si decidesse di sfruttare il margine dello 0,4% per coprire il taglio Irpef, comunque non si sforerà il tetto del 3%, ha assicurato il presidente del Consiglio, ribadendo che l'Italia "non é nei guai". Dovrebbe inoltre essere confermato - al momento - il percorso di rientro del debito così come previsto. L'idea di un allungamento dei tempi, sulla quale l'Italia sta diplomaticamente lavorando in Europa, non dovrebbe essere infatti già contenuta nel Def ma dovrebbe concretizzarsi nei prossimi mesi, in coincidenza con il semestre europeo di presidenza italiana. Sarà allora che Roma potrebbe ufficializzare la sua posizione, rafforzata oggi anche dalle parole del segretario generale dell'Ocse Angel Gurria, secondo il quale il debito italiano è "gestibile", anche grazie all'impegno annunciato da Renzi sulle riforme.   

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