CORDELIA FINE, TESTOSTERONE REX. MITI DI SCIENZA, SESSO E SOCIETA' (La nave di Teseo, pp.334, 20 Euro). Per il bambino ecco pronti supereroi, mostri, macchinine, armi giocattolo, palloni e abiti dai colori scuri, utili a favorire "fisicità, competitività, predominio, costruttività"; per la bambina invece bambole, mini cucine, cosmetici, monili e vestitini rosa, perché impari presto "l'accudimento e il farsi bella": non è forse un lavaggio del cervello a cui siamo sottoposti fin da piccoli quello sulle presunte preferenze "innate" in ciascun sesso? Se è vero che molti, moltissimi sono convinti che per via del sesso biologico e quindi "per natura" all'uomo piaccia una cosa e alle donne un'altra, è altrettanto vero che è arrivato il momento di dire basta. A indicarci la via da seguire è proprio la scienza: lo spiega benissimo Cordelia Fine nel suo ironico ma serissimo "Testosterone Rex", pubblicato in Italia da La nave di Teseo (con la traduzione di Giuseppe Bernardi).
Mescolando come recita il sottotitolo 'miti di scienza, sesso e società', Fine adotta un linguaggio brillante e spiritoso, ma anche molto tagliente, per far capire ai lettori una verità incontrovertibile: "il sesso non ha fissato alcun comportamento come tratto essenziale", afferma l'autrice, "anzi, le componenti genetiche e ormonali del sesso collaborano con altre parti del sistema evolutivo, comprese le nostre costruzioni di genere". Siamo quindi esseri complessi, siamo il prodotto di una inestricabile rete di fattori, biologici, sociali, culturali, e non esistono differenze "insormontabili" tra uomini e donne dettate dai sessi. Il problema è dunque demolire la teoria che confonde la sessualità con la riproduzione, e che vede nel testosterone (definito Rex, secondo un'espressione coniata dall'endocrinologo Richard Francis che ironizzava sulla possibilità di questo ormone di determinare il destino degli umani) il responsabile delle disuguaglianze perpetuate nei secoli tra uomini e donne.
Nel volume, densissimo di informazioni scientifiche e citazioni di pubblicazioni di scienziati ed esperti, l'autrice procede prima analizzando ciò che ha portato al diffondersi granitico di queste convinzioni, poi cosa stiamo vivendo adesso fino ad arrivare alle prospettive per il futuro. Proprio pensando al domani, Fine indaga le tante e diverse motivazioni per volere una maggiore uguaglianza tra i sessi, e lancia al contempo un monito: se davvero vogliamo abbattere le disuguaglianze, allora basta parlare, è tempo di agire. Solo con azioni mirate si può davvero cambiare valori, strutture sociali, stereotipi di genere e credenze che "si intrecciano con la nostra biologia". Ormai infatti, scrive, "è ora di smettere di dare la colpa a Testosterone Rex, perché quel re è morto".
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