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Veronique Olmi, Bakhita e schiavitù oggi

Veronique Olmi, Bakhita e schiavitù oggi

Scrittrice francese racconta storia della schiava divenuta santa

ROMA, 23 maggio 2018, 10:58

di Mauretta Capuano

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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   VERONIQUE OLMI, BAKHITA (PIEMME, PP 370, EURO 19,50). E' partito tutto da un ritratto conservato nella chiesa di Langeais, nella Loira. La scrittrice Vèronique Olmi non sapeva nulla di Bakhita, ma quando ha visto l'immagine di questa donna, rapita a cinque anni, più o meno, dal villaggio di Olgossa nel Darfur, e fatta schiava, salvata da un console italiano e poi proclamata santa, è stata travolta dalla sua storia, in particolare da un dettaglio della nota biografica che accompagnava il dipinto. "Bakhita era il suo nome da schiava e lei non ha mai più ricordato come si chiamava e neppure la sua vita prima della schiavitù. Ma come ha potuto vivere questa donna con un'infanzia cancellata insieme al suo vero nome? Pensavo di essermi sbagliata nel leggere la nota e invece era proprio così" racconta all'ANSA la Olmi, originaria di Nizza, che con il libro dedicato a Bakhita, pubblicato in Italia da Piemme, nella traduzione di Laura Bussotti, ha vinto in Francia il Prix du Roman Fnac 2017. "Lei non sa come si chiama. Non sa in che lingua sono i suoi sogni. Ricorda parole in arabo, in turco, in italiano, e parla alcuni dialetti" racconta la Olmi nell'incipit del libro in cui dice che Bakhita "parla un miscuglio e si fa fatica a capirla".

    "È un romanzo, non una biografia. Le date, i luoghi e le persone importanti intorno alle quali è ruotata la vita di Bakhita sono veri, li ho presi dal compendio della sua vita 'Storia meravigliosa'" spiega l'autrice. "Ma ho inventato i personaggi secondari. Tutto doveva essere in funzione di Bakhita" aggiunge la Olmi, tra le scrittrici francesi più apprezzate, autrice di Mathilde, Ritrovarti e Un autunno a Parigi, che è stata tra le protagoniste dell'edizione da poco conclusa del Salone del Libro di Torino.

    Di Bakhita, che ironia della sorte significa 'Fortunata', nata nel 1869, venduta più volte, finita in un harem, violentata, torturata, diventata suora, beatificata e poi santificata da Giovanni Paolo II nel 2000, alla Olmi "interessava non tanto l'epilogo ma il percorso interiore. La sua assenza di rancore, di desiderio di vendetta, il modo in cui teneva alla vita, in cui la proteggeva come una cosa sacra. Nel suo ultimo respiro, lei immagina di trovare sua madre" sottolinea l'autrice del libro. E "in tutte le sue battaglie c'è speranza" aggiunge. C'è luminosità nella sua storia, nonostante le terribili violenze subite che, ancora oggi purtroppo, dice l'autrice del libro, "non sono finite. È una storia che ho scritto al presente.

    Durante gli attentati al Bataclan a Parigi e poi a Nizza. È un po' lo specchio di questa violenza eterna" dice la Olmi alla quale non "e' piaciuta la miniserie tv italiana dedicata a Bakhita. La trasposizione in televisione o al cinema è difficile perche è la storia di un mondo violentato, maltrattato e la violenza va raccontata con pudore. Ci vorrebbe molto rispetto".
    "Tutte le civiltà sono state costruite sullo sfruttamento. La schiavitu' non è stata una questione di razzismo, ma economica. E quella sessuale è la più grave nel mondo". "Madre Moretta" come chiamavano Bakhita nel convento delle canossiane di Schio, in provincia di Vicenza, dove è entrata dopo essere stata battezzata e cresimata dal patriarca di Venezia, e dove è morta nel 1947, era approdata in Italia grazie al console italiano a Karthoum, Callisto Legnani, che la ha salvata, la ha fatta vestire e per la prima volta trattata come un essere umano.

    La Olmi, 55 anni, che vive a Parigi, si augura con questo romanzo di "poter aiutare a parlare della schiavitù contemporanea. Da quando è stata abolita la schiavitù non vi sono mai state così tante schiave. E questo riguarda tutte le nazionalità, le nostre città e la nostra vita" dice la scrittrice. "Bakhita è una donna che ha combattuto e molti in Francia dopo aver letto la sua storia terribile hanno detto di aver avuto voglia di restare ancora un po' con lei" racconta l'autrice che con questo romanzo è stata tra le più vendute nel 2017. E anche se in Italia Suor Moretta- Bakhita è conosciuta soprattutto nel mondo cattolico "è forte quel pubblico ma non è l'unico e il più importante" sottolinea l'autrice.

   

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