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Marias, mai svelare tutto di se stessi

Marias, mai svelare tutto di se stessi

Il nuovo romanzo 'Berta Isla' e l'amore con una spia

TORINO, 12 maggio 2018, 10:40

dell'inviata Mauretta Capuano

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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JAVIER MARIAS, BERTA ISLA (EINAUDI, PP 478, EURO 22). Le zone d'ombra, quel non detto, il non rivelato, quell'impossibilità di conoscere anche le persone più vicine. Sono la materia che ha sempre stimolato la scrittura di Javier Marias, l'autore di 'Domani nella battaglia pensa a me' e della trilogia 'Il tuo volto domani'. Ma ora, con 'Berta Isla' (Einaudi), il suo primo romanzo ad avere come titolo il nome di un personaggio, raggiunge l'apice di questo percorso nel segreto da cui tutti, più o meno, siamo toccati.
    "Bisogna nascondere una parte di se stessi, non le cose terribili, non ingannare, ma non bisogna mai rivelare tutto di se. Anche nelle coppie ci deve essere un territorio di mistero, ma la tendenza non è questa e credo sia sbagliato. Se uno svela tutto non riesce più a sorprendere chi gli sta accanto e l'interesse allora si perde facilmente. Non c'è la necessità di raccontare tutto" dice all'ANSA Marias, vera star del Salone del Libro di Torino.
    Berta Isla sceglie di stare accanto, anzi di sposare il ragazzo che ha conosciuto al liceo, Tomas Nevison, del quale una parte della vita le resterà sempre nascosta. Il loro è un amore che deve convivere con un segreto, con quel non rivelare mai una parte della propria esistenza che viene chiesto a una spia. "Scrivo non di quello che mi ossessiona, ma che mi inquieta, quell'impossibilità di conoscere niente con assoluta certezza, mai. E questa idea e consapevolezza si esprime in modo molto manifesto attraverso il mestiere di una spia che fa finta di essere quello che non è" spiega Marias che nel romanzo, tradotto da Maria Nicola, mostra anche cosa può succedere a una persona vicina a chi fa questo lavoro, costretta a non sapere una parte importante della vita di chi gli sta accanto. "Si può rifiutare o accettare questa situazione come fa Berta", sottolinea Marias che ha conosciuto delle ex spie in Inghilterra e sa che "si firma un compromesso per cui, neppure prima della morte, puoi rivelare nulla" afferma.
    Anche Berta Isla ha nascosto qualcosa, il rapporto con un banderillero alla fine della dittatura di Franco, con il quale perde la verginità, ma questo è nulla in confronto ai segreti del marito. "Non c'è necessità di raccontarlo. E' un dono non dire tutto. Io stesso non ho interesse a sapere chi è Javier Marias. Tutti più o meno sappiamo come siamo. La cosa interessante è la capacità di sorprendere anche se stessi" dice lo scrittore che vive a Madrid e parla un perfetto italiano. E poi "mi sono reso conto che le nuove generazioni sanno sempre meno del passato recente. Pensano che negli anni '70-'80 la gente fosse pudica. Invece c'era la liberazione sessuale e Berta la ha vissuta come tutti. E' una donna che studia, lavora, forte. Che decide di aspettare ma non come Penelope. C'è una certa tenacia in questo amore. Alla fine a Tomas non restano che Berta e i figli avuti con lei" spiega Marias. Il romanzo, ambientato tra il 1969 e il 1995, è scritto quasi tutto in prima persona, quella di Berta Isla, ma c'è una parte in terza persona dove si racconta quello che succede con Tomas.
    Ma non sono le sue missioni e peripezie a interessare Marias, "piuttosto cosa significa stare con una persona che è una spia e poi non lo è più".
    Lo scrittore, 67 anni, in 'Berta Isla' da voce anche alla storia di un cambiamento. "Lui diventa un patriota, alla fine.
    Tomas accetta questa idea della necessità di essere utile, come spia" dice lo scrittore che è convinto che i suoi romanzi non siano adatti al cinema. Anche se da cinque anni c'è il progetto di portare sul grande schermo 'Il tuo volto domani'. "La sceneggiatura è già stata scritta, ma non l'ho letta e non la leggerò. Sarebbe noioso". E di quello che è successo con il referendum sull'indipendenza della Catalogna, dice: "E' un progetto totalitario, pericolosissimo. Lancia una macchia e sospetti sulla democrazia in Spagna che può essere imperfetta, come tutte, ma è viva".
   

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