GUIDO PIOVENE, VIAGGIO IN ITALIA (Bompiani, pp.894, 20 Euro). "So che oggi chi scrive ritiene obbligatorio vedere la vita del popolo soltanto sotto l'angolo sociale ed economico, quasi colpevole scorgerla diversamente. Io penso che la vita abbia più d'una dimensione, e narrandola non saprei rinunciare a nessuna". Scriveva così negli anni '50 il giornalista e scrittore Guido Piovene mentre, di passaggio a Napoli, si guardava intorno con occhi curiosi con l'intento di apportare un nuovo contributo al suo monumentale Viaggio in Italia.
Ora, quelle mirabili pagine pensate all'inizio per una trasmissione radiofonica della Rai e poi divenute un libro a cavallo tra letteratura e giornalismo tornano in libreria nella bella edizione pubblicata da Bompiani. Leggere oggi il libro, che l'autore definisce un "inventario di cose italiane", è qualcosa in più che compiere un'operazione 'amarcord'. È andare indietro negli anni per scoprire come e quanto siamo cambiati, e magari ritrovarsi ancora uguali in tanti dettagli. È leggere il ritratto ormai 'datato' del nostro Paese (erano gli anni del boom economico e Piovene percorse l'Italia da Nord a Sud iniziando da Bolzano, tra il maggio del 1953 e l'ottobre del 1956) e rendersi conto che sì, molte cose sono diverse, ma in fondo non tutto. Perché la curiosità che ha guidato la mente e la penna di Piovene gli ha permesso di cogliere ciò che dell'Italia sarebbe rimasto immutato. Il carattere senza dubbio, forgiato dagli eventi storici e dagli elementi del paesaggio, e differenziato di regione in regione, di città in città. E poi la bellezza, che rende il nostro Paese ineguagliabile nel mondo.
"L'Italia è sempre un paese confuso, in cui quasi nulla appare con la sua vera faccia. Ma un viaggio per l'Italia ci porta davanti alla società più mobile, più fluida e più distruttrice d'Europa", si legge nelle conclusioni. Nessun paese dei balocchi quindi viene rilevato dall'autore, che ha mantenuto per rispetto al lettore uno sguardo libero e acuto, capace di penetrare in profondità e creare relazioni tra l'economia e la storia, l'arte e la sociologia. Il risultato è un lavoro a metà tra un approfondito reportage e una guida letteraria appassionante, che permette a chi legge di costruire ponti e legami tra ciò che accadde in quegli anni e il nostro presente. "Piovene profeta?", si chiedeva Oreste Del Buono nel 1992, "Forse, ma come di poteri profetici è sempre dotata la buona letteratura e ogni scrittore che sa guardare indietro per vedere avanti".
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