SERGIO CLAUDIO PERRONI, ENTRO A VOLTE NEL TUO SONNO (La nave di Teseo, pp.128, 12 Euro). Sono formidabili e potenti istantanee di vita quotidiana le parole di Sergio Claudio Perroni che, nel suo ultimo libro Entro a volte nel tuo sonno, in uscita con La nave di Teseo il 25 gennaio, apre la porta sul meraviglioso e poetico mondo delle piccole cose e delle grandi emozioni. Continuamente in bilico ma in perfetto equilibrio tra la poesia e la prosa, Perroni delinea con leggiadra maestria i contorni dei nostri sentimenti, li rende sostanza riportandoli sulla pagina. E qui li fa deflagrare, li trasforma in pietre pesanti o al contrario permette loro di volare leggeri come fossero piume. Nella postfazione al libro, Sandro Veronesi parla di prosa poetica: ciò che l'autore scrive sono "cose" che hanno forma di poesia, ma anche "rettangoli di parole" che con la propria massa si fanno prosa. Nei contenuti invece, dice ancora Veronesi, c'è "un immenso repertorio di reinvenzioni del mondo interiore di tutti noi, quello dei sentimenti". E non ha torto perché al centro dei brevi ma ricchi componimenti del libro c'è l'autore, ci siamo noi, c'è la realtà che viviamo, con le angosce e le paure, con le meraviglie e le sorprese, con l'amore e la nostalgia, con la tristezza, i desideri, gli sprazzi di gioia. Tutto, anche i più piccoli dettagli, gli oggetti, l'assenza, le ombre o il silenzio provocano un sentimento la cui forza riempie le nostre vite in ogni istante. I pensieri poetici di Perroni si rincorrono, seguono un filo irregolare che tuttavia si riallinea e si lascia seguire con estrema facilità. Merito di un linguaggio diretto, che si compone di parole pesanti e soavi al tempo stesso, volubili e ben radicate a terra. La speranza si fonde con l'attesa, il futuro con l'immaginazione, si sentono gli odori, si ascoltano i suoni, in un fluire che diventa racconto vivo. E poi c'è la memoria del passato che ritorna con prepotenza in ogni pagina, ma solo per ritrovare nuova linfa nel presente.
Un presente che vuole essere narrato e analizzato in ogni suo elemento ma poi liberato dalla scrittura, per non restare incastrato nell'animo, pur mantenendo intatto il suo mistero. La forza del libro è tutta qui, nel continuo immedesimarsi del lettore, che ritrova se stesso con le proprie verità, i paradossi, le bugie. E nel manifestarsi di quel 'finito' che vuole farsi infinito, esattamente come le nostre vite.
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