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Sei donne che cambiarono la Scienza

Sei donne che cambiarono la Scienza

Da Lamarr a Curie, Greison firma due gallerie di ritratti

ROMA, 23 novembre 2017, 14:29

Daniela Giammusso

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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GABRIELLA GREISON, 'SEI DONNE CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO' - (ed. Bollati Boringhieri, pp.212 - 15,00)

   ''Per secoli le donne non hanno potuto arrivare ai vertici delle arti, delle scienze, dello Stato, non per via del loro cervello (il cervello dell'uomo della donna sono uguali, su questo ci siamo intesi), ma per l'oppressione imposta loro dalla società maschilista''.
    Eppure, ''sono proprio quelle donne che hanno permesso a me e alle futuri comandanti Uhura (il personaggio di Star Treck ndr), di stare bene in questo mondo''. Così scrive Gabriella Greison, di professione fisica, ma anche scrittrice, giornalista, già autrice del best seller ''L'incredibile cena dei fisici quantistici'', aprendo ora il suo ultimo libro: ''Sei donne che hanno cambiato il mondo'' (ed. Bollati Boringhieri, pp.212 - 15,00), ovvero le sei scienziate (e qualcuna in più) della fisica del XX secolo. Un volume che esce in libreria di pari passo con ''Storie e vite di super donne che hanno fatto la scienza'' (ed. Salani, pp. 128 - 16,90 euro), versione più allargata che la Greison firma per i ragazzi. E con lo spettacolo ''1927 Monologo Quantistico'', con cui sta girando i teatri d'Italia. Perché se è vero che la Scienza è al servizio di tutti, pochi conoscono le storie dietro a tante scoperte. Ancora meno se si tratta di scienziate donne. Quasi come in sei piccoli romanzi, le sei protagoniste della Greison sono tutte accompagnate da un verso di una canzone rock. La più nota è Marie Curie (della quale si festeggiano i 150 anni della nascita), la chimica polacca che non poteva frequentare l'università, ma che finì per scoprì il Radio e il Polonio, senza depositare il brevetto così che la comunità scientifica potesse effettuare ricerche senza ostacoli, vincendo due Premi Nobel e sfidando lo scandalo per certe lettere intime scambiate con un collega una volta vedova.
    Molto più nell'ombra, Mileva Maric, prima moglie di Einstein che tanta parte ebbe nelle ricerche sulla relatività (a lei l'ormai ex marito diede tutto il compenso del Nobel). Donne forti, coraggiose, che oltre alle pieghe nere della Storia, dovettero lottare prima di tutto ''contro i pregiudizi, l'ostracismo, contro la società che le voleva solo mogli e madri''. Come Lise Meitner, la fisica ebrea odiata dai nazisti; o Emmy Noether la più grande matematica mai esistita, la cui propensione all'isolamento e il comportamento binario oggi chiameremmo con il nome di Sindrome di Asperger (la stessa di Turing e Poincaré). E poi la cristallografa inglese Rosalind Franklin, che come hanno già raccontato a teatro Nicole Kidman a Londra e Asia Argento nella versione italiana, per prima fotografò la doppia elica del Dna, ma fu depredata della scoperta dai colleghi James Watson e Francis Crick, premiati con il Nobel nove anni più tardi. La più ''insospettabile'', forse, è Hedy Lamarr, al secolo Hedwing Kiesler, stella di Hollywood nata in Austria, prima attrice protagonista ad apparire completamente nuda al cinema in ''Estasi'' (Mussolini ne volle una proiezione privata a Villa Torlonia). Hedy fu la donna più bella del mondo, almeno fino all'arrivo di Marylin Monroe. Ma aveva anche studi da ingegnere e una testa scientifica: con l'amico George Antheil brevettò un sistema di modulazione per la codifica delle informazioni su frequenze radio che gli Stati Uniti utilizzarono sulle navi nel blocco di Cuba e che è oggi alla base del nostro Wi-Fi. Ma anche il sistema a fisarmonica per le scatole di Kleenex, un nuovo tipo di semaforo, persino collari fluorescenti per cani. Quanti lo sapevano? Negli Extra del libro, anche Jennifer Doudna ed Emmanuelle Charpentier, le inventrici della nuova tecnologia per editare il genoma. Per il Time sono tra le 100 persone più influenti del mondo. ''E la cosa magnifica - commenta la Greison - è che sono di una bellezza da far invidia alle star di Hollywood''.

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