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Saunders, il mio Lincoln tra vita e morte

Saunders, il mio Lincoln tra vita e morte

Scrittore al festival, opposto di Trump che vuole solo vincere

MANTOVA, 11 settembre 2017, 11:25

dell'inviata Mauretta Capuano

ANSACheck

Lincoln nel Bardo George Saunders - RIPRODUZIONE RISERVATA

Lincoln nel Bardo George Saunders - RIPRODUZIONE RISERVATA
Lincoln nel Bardo George Saunders - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un padre e un figlio, l'amore e la morte. George Saunders ci porta in un mondo sospeso tra la vita e la sua fine, popolato di fantasmi, di voci e monologhi nel suo primo romanzo 'Lincoln nel Bardo' (Feltrinelli) che è anche e in fondo un inno alla gentilezza, quella che aveva un uomo potente, Abraham Lincoln.
    E sono proprio il presidente degli Stati Uniti e il figlio prediletto Willie, morto a 11 anni, i protagonisti di questo romanzo corale, che diventerà un film, e con cui Saunders è tra le star del Festivaletteratura di Mantova.
    "Ho venduto i diritti a Nick Offerman e Megan Mullally. Io scriverò la sceneggiatura. Devo trovare un'idea per renderlo ancora più strano del libro. Intanto sul New York Times è stato pubblicato un breve film virtuale in cui la prima cosa che senti è Willie che chiama il padre e ti passa affianco" annuncia all'ANSA lo scrittore.
    "Lincoln era una persona gentile, curiosa. Dopo la morte del figlio è cresciuto molto spiritualmente, è diventato comprensivo. L'opposto di Donald Trump in cui non vedo questa curiosità, che è gentile solo con il suo entourage e lotta solo per vincere e avere successo" dice Saunders, che vive tra la California e New York, e cresciuto con un'educazione cattolica, è diventato buddista e ha avuto in testa questo romanzo per 20 anni.
    "Al contrario di Trump, Lincoln ha perso talmente tante volte nella vita da diventare saggio. La saggezza nasce soltanto attraverso la perdita e la sofferenza. Tutti noi siamo destinati a perdere e a soffrire, è impossibile sfuggire a questo.
    Tuttavia ci sono molti Trump al mondo che non sono disposti a perdere nemmeno una volta" aggiunge Saunders. E la coincidenza, non programmata, è che 'Lincoln nel Bardo' è uscito in Usa un mese dopo l'inaugurazione della presidenza Trump e durante l'insediamento dell'attuale presidente degli Stati Uniti lo abbiamo presentato in 28 città in 30 giorni. I giovani erano molto arrabbiati e anche gli anziani" aggiunge Saunders che si considera "un patriota. In genere si pensa agli Stati Uniti come a una nazione sempre sulla giusta strada che qualche volta prende sbandate. Ora - afferma - è il contrario: l'America è al totale sbando e ogni tanto trova la retta via".
    Il seme di Lincoln nel Bardo è stato gettato negli anni Novanta: "ero con mia moglie a Washington e un cugino ci ha indicato il cimitero in cui è sepolto Lincoln e ci ha raccontato la storia di quando il presidente, distrutto dal dolore, era voluto tornare nella cripta dove era sepolto Willie per tenerlo in braccio ancora una volta. Ho sentito che questa vicenda doveva essere raccontata, magari non da me, ma doveva trovare una voce" spiega Saunders, originario del Texas, dove è nato nel 1958, e autore di tre raccolte di storie come 'Pastoralia', 'Bengodi' e 'Il declino delle guerra civili americane", inserito dalla rivista Time fra le cento persone più influenti del mondo.
    La scelta stilistica viene "da un racconto trovato su Internet con monologhi incoerenti in cui si sovrapponevano diversi personaggi. Quando sono arrivato all'idea di far parlare i fantasmi di 'Lincoln nel Bardo' mi sono ricordato di quel racconto e ho pensato che sarebbe stato bello farli parlare così. E' stato - dice - un processo intuitivo".
    Il Bardo fa riferimento al Libro tibetano dei morti: "offre un'idea più ampia e aperta rispetto al Purgatorio dove si è in uno stato di perenne attesa. Uno scrittore cerca di sviluppare un'idea che apra molte possibilità. Per 20 anni mi sono detto, non posso scrivere un romanzo così. Lincoln in Usa è paragonato a Dio. Una grossa responsabilità".
    In fondo questa storia, "non è altro che una esasperazione della nostra vita reale. I fantasmi sono bloccati in dinamiche in cui non è ancora tutto finito per loro e sprecano così tutta la loro energia. E'quello che facciamo noi quotidianamente, sempre occupati a difenderci" dice lo scrittore che non sa dire se proseguirà sulla strada del romanzo. "E' importante, sempre, che l'idea mi interessi. Poi si può trasformare in un racconto di tre pagine o in un libro di duemila. Per ora lavoro a una fiction su Amazon basata su uno dei racconti di 'Pastoralia'" annuncia e si prepara, il 12 settembre, alla presentazione itinerante del romanzo al Cimitero monumentale di Milano.
   
   

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