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Kureishi, sesso e obbligo della felicità

Kureishi, sesso e obbligo della felicità

A Torino con 'Uno Zero', ora scrivo tv forma artistica vivace

TORINO, 21 maggio 2017, 13:49

dell'inviata Mauretta Capuano

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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    HANIF KUREISHI, UNO ZERO (BOMPIANI, PAG. 128, EURO 16,00) Il desiderio, il sesso vissuto da un uomo che non può più farlo. Hanif Kureishi pensava che "non avrebbe più scritto libri" e invece è arrivato 'Uno zero' (Bompiani), un romanzo breve che ci mette davanti alle nostre contraddizioni e a come cambia il modo di vivere la sessualità.
    "Il desiderio si manifesta in maniera diversa a seconda delle epoche. Il modo in cui si faceva l'amore negli anni Sessanta è diverso da quello degli anni Settanta, Ottanta e da oggi. Ci sono dei cambiamenti, degli sviluppi in una direzione piuttosto che in un'altra e quindi bisogna continuare a scrivere di amore e di come lo viviamo" dice all'ANSA lo scrittore anglo-pakistano, 62 anni, al suo arrivo al Salone del Libro di Torino.
    "Viviamo in un sistema ultracapitalistico in cui tutti per forza devono essere felici e fare sesso nel miglior modo possibile, come se fosse un obbligo. Se no sei uno sfigato, un perdente sia per l'aspetto fisico che per lo stato sociale.
    Siamo tutti spinti ad avere un certo tipo di fisico, mangiare un certo tipo di cibo, adottare un certo tipo di vita. Ma, non veniamo incoraggiati a farci una cultura, a immaginare, a scoprire cose nuove" sottolinea lo scrittore e lo sceneggiatore di My Beautiful Laundrette che a Londra, dove vive, è considerato "parte di una élite liberale che si è attirata le ire di tutti". "Ci accusano di aver perso il contatto con l'anima della Gran Bretagna che sarebbe rappresentata da Theresa May. Dopo la Brexit c'è stato un grande cambiamento e quelli come me vengono vissuti come se fossero delle persone elitarie, prive di qualsiasi senso della realtà. Non escludo che decidano di abbatterci. E' come se ci fosse un confronto maoista, più che marxista, del popolo contro gli intellettuali. E' una cosa nuova che non si era mai manifestata in precedenza".
    In 'Uno Zero', Waldo, famoso regista con una grande carriera alle spalle, è in sedia a rotelle, è alla fine dei suoi giorni e ha una moglie molto più giovane di lui che sospetta abbia un amante. "Ho cominciato a sentire la voce di Waldo due anni fa in Sardegna. Ero in spiaggia e stavo leggendo tanti libri di Simenon e all'improvviso la voce di Waldo ha cominciato a parlarmi e mi sono detto 'grazie a Dio ho ancora un libro da scrivere'. Pensavo che non avrei più scritto libri" racconta Kureishi che scrive chiuso nella sua stanza, in silenzio con la penna e il calamaio. "E' molto bello scrivere con una bella penna, su un bel foglio di carta. E' come scrivere una storia con le tue mani, come un disegno".
    Waldo, "è in là con gli anni, un infermo, si sta spegnendo lentamente. E' un uomo che è quasi uno zero ma che vede, osserva, coglie tanti dettagli, come una sorta di detective mette assieme indizi e trae le sue conclusioni" spiega lo scrittore e non nasconde: "c'è un po' di me in Waldo ma in fondo c'è un po' di me in tutti i miei personaggi, soprattutto quelli femminili. Negli uomini c'è una componente femminile. Cresciamo circondati da donne e io preferisco scrivere di loro. E' vero che una donna è altro da me, però quegli aspetti che non posso comprendere dell'essere donna mi affascinano. E ci sono dei lati negli uomini che mi irritano".
    E ora Kureishi considera 'Uno zero' "il suo ultimo libro. Ho tre figli e con due di loro sto scrivendo sceneggiature per la tv. E' qualcosa di nuovo e gratificante. E' un piacere nuovo ed è una fortuna riuscire a trovare nuovi piaceri, con il tempo che passa. Penso che al momento la tv sia la forma di espressione artistica più vivace. La televisione può essere molto divertente e contemporanea e permette di affrontare la dimensione politica" dice Kureishi che per il momento ci lascia con questa ultima storia sull'amore e i suoi tormenti.
   

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