GHERARDO LA FRANCESCA. 'SEBASTIANO
CABOTO. Storia di un viaggio nel cuore profondo del continente
Sudamericano'. (EDIZIONI EDICAMPUS, Pag. 137. Euro 14,00).
''Cristoforo Colombo spezzò il cerchio e, ancora una volta,
generò magicamente una ondata di nuove formidabili energie. La
sequenza degli eventi fu impressionante. Cinque anni dopo il
primo viaggio di Colombo, Giovanni Caboto, padre di Sebastiano,
raggiunse le coste di Terranova. Nel 1500 Pedro Alvarez Cabral
scoprì il Brasile mentre seguiva una rotta al largo della costa
africana per evitare correnti contrarie, diretto al Capo di
Buona Speranza''. Poi seguirono Amerigo Vespucci e Magellano.
Insomma terre sconfinate da 'scoprire', e tra questi poi
Sebastiano Caboto che ''partì il 3 aprile 1526 dal porto
Sanlucar de Barrameda in Spagna, al comando di una piccola
flotta di 4 navi per le isole Canarie. Caboto, come Colombo,
cercava la via per i mercati orientali delle spezie''. Un
viaggio che trascinò poi una folla di italiani per la
costruzione di un paese, ma Gherardo La Francesca in un saggio
che somiglia ad un romanzo, d'avventure quanto ad un thriller -
tra continui colpi di scena, ammutinamenti e imboscate di feroci
indigeni - ha scelto la storia di un solo che semplicemente da
il titolo al volume, Sebastiano Caboto. Il volume, è uscito per
la prima volta nel 2015 in Paraguay e ora in traduzione
italiana, come racconta Maria Rosaria Stabili nella
presentazione. Un volume che si fonda su una ''minuziosa,
attenta ricerca e consultazione della documentazione'', ma in
più ''La Francesca attinge alla sua personale esperienza di
esperto navigatore '', perchè l'autore infatti con la sua barca,
costruita a Taiwan, chiamata Pulcinella, ha attraversato il Mar
della Cina Meridionale, lo stretto di Malacca, l'Oceano Indiano,
il Mar Rosso, il Mediterraneo e da ultimo nel 20114 l'Oceano
Indiano. Di professione diplomatico per una vita, l'autore
racconta la storia delle esplorazioni di Caboto, ma anche la
passione pura per il viaggio, per la scoperta, quando ancora era
possibile. ''La scoperta del Mundus Novus - scrive La Francesca
- è però anche la storia di una straordinaria spinta vitale, di
una energia incredibile che il genere umano dimostra di
possedere in circostanze eccezionali, quando ha la percezione
confusa ma forte di dover compiere il proprio destino''.
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