NANDO TASCIOTTI, 'SAN GENNARO A MONTECASSINO' (YOUCANPRINT, PAG. 98, EURO 10,00). Ecco la meraviglia di questo piccolo libro che è un libro di storia ma si legge come un taccuino di rocambolesche avventure, è ''Come fu salvato il Tesoro nella Seconda guerra mondiale''. Il tesoro di cui parla l'autore, ex inviato speciale del Messaggero dal racconto facile come tutti gli inviati di razza, è il tesoro dei tesori, quello di San Gennaro. Tesoro di inestimabile ricchezza, per pezzi preziosissimi come la tiara con oltre tremila diamanti, rubini e smeraldi, o la meravigliosa collana, gli splendidi calici dorati e gemmati. Ma anche nucleo di devozione assoluta soprattutto e non solo per i fedeli partenopei. Questo per aiutare a comprendere quale attenzione ci fosse esattamente 70 anni fa, il 5 marzo del 1947, sul tesoro quando un personaggio a dir poco folkloristico e in odore di camorra, tale Giuseppe Navarra, un 'guappo' detto Il re di Poggioreale, andò insieme al vero nobile principe Stefano Colonna di Paliano, a ritirare quelle casse piene di sughero e segatura, per riportare il tesoro a Napoli tra fiumi in piena e pericolo di briganti.
Navarra poi diventò quasi un eroe quando si scoprì che per quella immensa impresa non avrebbe voluto nulla in cambio, magari la sua ricompensa l'avrà chiesta direttamente a san Gennaro... Comunque questa è la fine di una storia a dir poco rocambolesca, iniziata nel 1943 quando, durante la guerra, erano state nascoste nell'abbazia di Montecassino prima che fosse distrutta e poi a Roma, nella Biblioteca Vaticana. Racconta Tasciotti che, di nascosto dai tedeschi e proprio su un loro camion, un monaco l'aveva portato da Montecassino a Roma il 19 ottobre 1943 per salvarle dal bombardamento. Finita la guerra il tesoro non fu riportato subito a Napoli ma, rivela Tasciotti per la prima volta, non come si è sempre scritto perché il Vaticano non aveva voluto cedere il tesoro, ma al contrario perché proprio la Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro riteneva che in quel momento quelle tre preziose casse fossero più al sicuro in Vaticano - e come dargli torto. Quindi, ''per le difficoltà, i costi e i pericoli del trasporto a Napoli fu deciso all'unanimità - come attesta un verbale del 7 marzo 1945 - di soprassedere al ritiro delle casse. Solo due anni dopo, su sollecitazione di Roma, furono riportate a Napoli.
Tutto questo, compresa l'inedita lettera di don Mauro Inguanez, uno dei documenti dell'archivio della deputazione del Tesoro di san Gennaro che gettano nuova luce sulla vicenda, sono pubblicati in un libro che cerca appunto anche di sfatare luoghi comuni come quelli della contrarietà del Vaticano rilanciati dalla vulgata.
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