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Fuori dal coro, thriller e diritti umani

Fuori dal coro, thriller e diritti umani

Poesia e narrativa, esperimento letterario del giornalista

ROMA, 19 gennaio 2017, 19:47

Marzia Apice

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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ALDO FORBICE, FUORI DAL CORO (Dario Flaccovio Editore, pp. 320, Euro 18). "Un esperimento letterario, un gioco tra fiction e realtà": così Aldo Forbice, giornalista e scrittore, per 18 anni al timone dello storico Zapping di Radio 1 Rai, definisce il romanzo Fuori dal coro (Flaccovio), suo esordio nella narrativa, nel quale tra misteri ed enigmi unisce gli elementi più tipici del thriller agli inserti di carattere saggistico legati al tema dei diritti umani, mescolandoli al fascino della poesia. "La storia thriller è dominante, ma volevo sfruttarla per poter veicolare in modo più leggibile e accattivante questioni che mi stanno a cuore, come le campagne umanitarie contro la pena di morte, la tortura, la violenza sulle donne e i bambini", spiega l'autore in un'intervista all'ANSA, ammettendo che la scrittura di questo romanzo è stata "una vera e propria sfida, anche se molto divertente. Ho grande esperienza come saggista e ho pubblicato raccolte di poesia, mi mancava solo la narrativa".
    Al centro della vicenda c'è il personaggio di Max Ferrari, storico conduttore del programma radiofonico La Ribalta, che, imbattendosi nello strano suicidio di una donna, si troverà coinvolto nelle indagini. L'uomo, un giornalista di grande esperienza e impegnato in prima linea nei diritti umani, diventerà la chiave fondamentale per risolvere l'enigma del delitto. Un personaggio che mostra più di un'analogia con l'autore, in un lavoro che però, tiene a precisare Forbice, "non è certo autobiografico, anche se c'è sempre qualcosa della propria vita quando si scrive, magari amici e conoscenti, o quella che nel libro chiamo la grande azienda, che potrebbe essere la Rai". "La vera identificazione è nelle campagne umanitarie, che mi ricordano quelle fatte per tanti anni a Zapping", spiega, "vorrei arrivare ai giovani, sensibilizzarli sul tema dei diritti. Il mio obiettivo è portare il libro nelle scuole". Questo romanzo potrebbe essere un nuovo modo per andare avanti con le battaglie civili: è forse questa la cosa che le manca di più di Zapping? "Sì, con le campagne di Zapping abbiamo sensibilizzato tantissima gente che non conosceva alcuni temi.
    Mi manca una trasmissione come quella perché era libera, non esisteva censura, era tutto in diretta. A volte magari quasi si litigava, però si aiutava a riflettere, a volte dovevo magari bloccare qualche ascoltatore maleducato, ma io preferivo rischiare anche le critiche", racconta, con il rammarico di "non essere stato imitato. Oggi non c'è nessuna trasmissione che lo fa: la stessa Zapping è tutta un'altra storia". Anche il titolo del libro sembra ricordare pienamente il suo autore, la cui voce in tanti anni di giornalismo è sempre stata per l'appunto 'fuori dal coro' e mai allineata né omologata: "La paternità del titolo non è mia, perché l'ha scelto l'editore, ma mi identifica", conclude Forbice, "in tanti anni non mi sono mai appiattito su nessuna posizione, mai iscritto a sindacati o partiti, tanto che c'era chi mi chiamava dalemiano e chi berlusconiano".
   

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