(di Mauretta Capuano)
MY GENERATION, IGOR TUVERI
(CHIARELETTERE, 304 PP, 19,90 EURO) Anni di "strada, polvere,
pugni" e poi di "passione e cenere". Igort li racconta in 'My
Generation', una storia di formazione iperrealistica e surreale
che arriva in libreria per Chiarelettere, con all'interno foto,
disegni, locandine, copertine di dischi, collage e strisce di
fumetti, e con cui lo scrittore-artista sarà il 20 novembre a
Bookcity, la festa diffusa del libro a Milano.
"Credo che mi stessi avvicinando a quello che volevo fare,
creare questo mondo alternativo. E 'Hunky Dory' fu il primo
passo. Via da questo pianeta, verso un altro luogo" dice David
Bowie nella frase riportata in epigrafe che rende lo spirito di
questo memoir dove ci sono gli Anni di Piombo, Pasolini, la
fantascienza, il diffondersi del punk, l'astro nascente appunto
di Bowie, che campeggia nella copertina del libro, e di Lou
Reed.
Igort, nome d'arte del disegnatore, scrittore e musicista
originario di Cagliari Igor Tuveri, classe 1958 - fondatore di
diverse case editrici tra cui Coconino Press, che tutt'ora
dirige, vincitore recentemente del Premio Napoli per la
diffusione della cultura italiana nel mondo e nel 2003 del
premio per la miglior graphic novel dell'anno alla Fiera
internazionale del libro di Francoforte - racconta i sogni,
miti, ambizioni e catastrofi degli anni Settanta, di una
stagione irripetibile.
Dagli anni Sessanta agli Ottanta "fatti di lustrini e
teatralità" ripercorre, e in fondo rivive, "una cronaca
disillusa sull'ultima grande rivoluzione del rock'n'roll", come
ne parla l'autore, che vive fra la sua Sardegna e Parigi, e non
lo fa per il "gusto dell'amarcord" ma per vedere come "in uno
specchio riflesso" cosa siamo diventati.
Tra fughe, viaggi in autostop, controcultura, musica glam e
punk, fiumi di eroina e amici perduti ci troviamo da Cagliari
nella Londra di Sid Vicious e poi Iggy Pop che in 'Lust for
Life' dice "Basta torturare le mie cervella con l'alcol e le
droghe". E Bologna con la bomba alla stazione, il Dams, Freak
Antoni, Andrea Pazienza, Pier Vittorio Tondelli, l'omicidio
della geniale critica d'arte Francesca Alinovi, "assassinata con
quarantasette coltellate".
Un viaggio nel tempo, Side A e Side B, che parte dalla
provincia, dove protagonista è soprattutto la forza dei sogni,
il desiderio di liberazione e la perdita dell'innocenza.
In realtà, Igort ricordando le "chiome fluenti e unte" dei
suoi amici racconta che da ragazzo "aveva in antipatia Kerouac,
che con il suo On the Road era diventato l'idolo del
fricchettonismo più becero e lercio, da strada appunto" e si
domanda ancora come si sia potuto salvare dal trasformarsi "in
delinquente abituale o eroinomane professionista" per poi capire
che "forse fu la bellezza a salvarmi la vita, credo, quella
bellezza che si annidava - dice nel libro - nell'odore di
inchiostro fresco di una rivista appena stampata, nel sogno
della rotativa che mi portava a visitare le edicole come fossero
cattedrali dell'immaginazione".
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