GIOVANNA ZUCCA, TURNO DI NOTTE (Fazi, pp.189, 16 euro). La sonnacchiosa Padova è scossa dalla scomparsa di Stefania Cantalamessa, strumentista in sala operatoria, irreperibile dalle 21,04 di mercoledì 13 gennaio, vale a dire da quando aveva finito il suo turno al Policlinico Fatebenesorelle. Come nel precedente romanzo di Giovanna Zucca anche in "Turno di notte" (Fazi Editore), una vicenda di cronaca nera si intreccia con l'amicizia tra Erminia e Anna Laura e con il tormentato rapporto d'amore tra la bella ispettrice di polizia Luana Esposito e lo spigoloso commissario Loperfido. Con il risultato di entrare in un microcosmo familiare e rassicurante.
I giorni passano, il marito della bella scomparsa, Fausto Mazzafrusti, protesta dalle colonne dei giornali perché la polizia non riesce a risolvere il caso. E' un uomo potente, arriva con facilità anche a contattare il Questore, Ruggiu, a lamentarsi con lui. Ma il tempo passa e della donna non si hanno notizie. Svanita nel nulla, nessuna rivendicazione, Luana, napoletana di Capodichino, è al centro delle polemiche in Questura, e non solo per lo sbattere di porte con Loperfido. I due sono innamorati ma lui, bello e tenebroso, ne ha paura.
Interrogatori, indagini, esami di tabulati telefonici e quant' altro non portano ad alcun risultato. Mazzafrusti è sempre più arrabbiato e aggressivo.
Poi, a mano a mano dal vuoto silenzio emerge qualche dettaglio: la Cantalamessa voleva lasciare il marito, forse aveva un amante, l'irresistibile Filippo Loconte, chirurgo estetico, giunto allo stesso Fatebenesorelle da Verona. Tra i due, c'è stata una storia, breve, che lui ha troncato quando ha capito che Stefania si era innamorata.
Anche Luana sta per cadere nell'abbaglio degli occhi di Loconte: un paio di volte si incontrano - e non per lavoro - ma non accade nulla. L'ispettrice, la sua squadra e Loperfido in seconda battuta, hanno un ventaglio di sospettati, le indagini si infittiscono.
Erminia Mangiagalli segue il caso anche attraverso gli articoli scritti dal marito, il giornalista Felice Fugazzotto.
Ne parla con l'amica del cuore, Anna Laura, moglie di Achille, generale in pensione. Loro conoscono l'ispettrice e il commissario per una precedente vicenda. Ma stavolta le due donne seguono distrattamente: Anna Laura scopre di avere un tumore, un nodulo maligno. Le amiche si stringono ancor di più l'una all' altra.
La sonnacchiosa Padova è attraversata da spinte di forze diverse, la città sembra non essere più tranquilla.
Assembramenti di giornalisti ficcanaso, la polizia sotto attacco, la paura della comunità. Infine, grazie anche ai suggerimenti di Diablo, il "microcane" di Loperfido che sembra parli (o forse soltanto riesce a far emergere nelle persone la loro coscienza profonda), Luana imprime la direzione giusta alle indagini. Qualche colpo di scena e il caso, in poche pagine, viene magistralmente risolto. E come sempre, l'assassino non è il sospettato. Un insegnamento è sotteso nel messaggio del libro: diffidare, il male può nascondersi nella normalità, nella rabbia e nella tensione non manifeste.
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