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Pagani, Ranieri e il suo Leicester

Pagani, Ranieri e il suo Leicester

Dai campetti di Testaccio al trionfo in Premier League

ROMA, 29 luglio 2016, 13:57

Nicoletta Tamberlich

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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MALCOM PAGANI, SE VUOI PROVARCI FALLO FINO IN FONDO - CLAUDIO RANIERI STORIA DI UN VINCENTE (RIZZOLI, PP. 272, EURO 17,00) "Puoi vincere o perdere, l'importante è non uscire dal campo con la sensazione di aver dato la metà di quanto avresti potuto". "Il mio Leicester è come Forrest Gump". Parola di Claudio Ranieri, uno a cui la madre diceva che i miracoli accadono tutti i giorni. Eccolo il miracolo una banda di sottovalutati, di derisi, di esclusi arrivati a toccare il cielo con un dito. Una banda di estrosi, di originali, di gente che che vive come vuole, che raggiunge il campo di allenamento in treno, che non ha sposato una modella, che non conosce la dieta a zona e forse neanche il gioco a zona e che si sazia e fa festa intorno alla tavola mangiando "come io - racconta - non ho mai visto nessuno mangiare in vita mia".
    'Se vuoi provarci fallo fino in fondo - Claudio Ranieri storia di un vincente' è il libro di Malcom Pagani sull'allenatore italiano, nato nel quartiere Testaccio di Roma. Stando ai bookmaker, da quando il Leicester ha vinto la Premier League dovremmo essere meno sprezzanti sulla probabilità di un'invasione degli alieni, della fine del mondo secondo la profezia Maya e di trovare Elvis Presley vivo, da qualche parte.
    Tutti eventi dati come assai più verosimili della vittoria di quella squadretta, che come massima aspirazione in centoquarant'anni di storia aveva avuto la salvezza dalla retrocessione. Invece le favole accadono. E questa porta impressa una firma.
    Di Ranieri si diceva che fosse "fantastico a costruire le squadre con cui poi altri vincevano"; per lui Mourinho aveva coniato l'espressione tormentone "zero tituli". Il nuovo eroe italiano d'oltremanica sembrava una promessa di riscatto per tutti gli eterni secondi. Ma chi è davvero Claudio Ranieri? È uno che nella sua carriera ha vinto e perso, come tutti, anzi lui ha più vinto che perso, ma finora pochi sembravano essersene accorti, forse perché gli mancava nel palmares lo scintillio dello scudetto o forse, come dicono i malevoli, perché in Italia si preferiscono gli allenatori tutti genio (presunto) e sregolatezza, le macchiette sufficientemente isteriche e preferibilmente omofobe che arringano i giocatori a suon di turpiloquio. Invece Ranieri è educato, ed è semplicemente un formidabile maestro. Nei ricordi di un suo giocatore, è "uno psicologo nato, che da ognuno di noi sapeva tirare fuori le motivazioni che vengono direttamente dal cuore. Si vince, si perde, si esulta e ci si congeda senza mai perdere il contatto con la propri dignità. A testa alta. Senza enfasi. E se capita di lacrimare, inquadrati dalle telecamere, meglio dissimulare la commozione ("Mi è entrato qualcosa nell'occhio, non piangevo") che perdersi e disperdere la bellezza tentando di spiegare ciò che non può essere spiegato. È lì che si marca la differenza: nei momenti di difficoltà. È quando sei distrutto che si capisce davvero cosa potrai dare. Noi a Ranieri avremmo dato la vita".
    Malcom Pagani, giornalista del Fatto quotidiano che con Claudio Ranieri ha una lunga consuetudine, racconta questa storia attraverso le parole del suo protagonista e di chi lo conosce bene, fuori dallo stereotipo antico e dal mito recente, mostrandoci come "solo chi capisce poco di calcio può celebrare questa vittoria come l'improvviso miracolo capitato a un allenatore normale o giù di lì". Un libro che parte dai campetti di Testaccio dove l'allenatore tirava i suoi primi calci al pallone all'incredibile impresa della vittoria nel campionato inglese, per proporre il racconto di un uomo che ha avverato il sogno di Davide contro Golia. Una lunga storia, la prova che non si vince mai per caso.
   

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