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Marcuzzi, 24 secondi tra sport e vita

Marcuzzi, 24 secondi tra sport e vita

Un romanzo emotivamente coinvolgente nel mondo del basket

ROMA, 18 luglio 2016, 11:40

Paolo Petroni

ANSACheck

La copertina del libro di Simone Marcuzzi 'Ventiquattro secondi ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

La copertina del libro di Simone Marcuzzi  'Ventiquattro secondi ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
La copertina del libro di Simone Marcuzzi 'Ventiquattro secondi ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

SIMONE MARCUZZI, 'VENTIQUATTRO SECONDI' (Ed. 66TH A2ND, pp. 334 - 18,00 euro).
    Un romanzo che ha al centro il mondo dello sport, ma che lo usa per parlare di sentimenti, della fatica di crescere, di rapporti genitori-figli, delle sorprese che riserva la vita; un romanzo che cerca di afferrare qualche piccola verità delle nostre esistenze e lo fa per parlare di basket, in un reciproco sostenersi e amplificarsi, mirando alto e partendo dal basso, dal quotidiano di un bambino orfano di madre e con un padre molto rigido e ingombrante.
    Tornano i temi dei libri di Marcuzzi, l'adolescenza età difficile, il vuoto per la mancanza di un genitore, l'amicizia tra maschi, l'amore, come nel suo primo romanzo, 'Vorrei star fermo mentre il mondo va', che non a caso si collega sin dal titolo a 'Dove si va da qui', l'ultimo, vincitore del Premio Lugnano per la narrativa 2015, in cui le sorprese della vita insegnano ai protagonisti a riuscire a stare e sentirsi vicini.
    Un po' come accade al campione di pallacanestro Adriano Ciccuttini.
    Ciccuttini, che i non esperti avranno presto la tentazione di andare a cercare su Google, tanto minuziosamente sono raccontate le sue vicende, è in realtà un personaggio tutto inventato, eppure la sua falsa vita è inserita in un contesto non meno minuzioso e invece tutto vero, quello del mondo, le squadre, le partite di basket, dalla provincia italiana ai prestigiosi campi e campioni americani, a cominciare da Magic Johnson, dell'NBA anni '80. Eppure, grazie alla scrittura sorvegliata di Marcuzzi, è proprio la figura di Ciccuttini con la sua verità letteraria, che finisce per rendere più vero e necessario il resto. Lo scrittore costruisce un personaggio e un'articolata storia romanzesca molto coinvolgente, sottile, attenta alla psicologia, realizzando situazioni e avvenimenti, anche i più apparentemente normali, insinuanti e con una loro tensione emotiva che non lascia il lettore indifferente, anche per quell'io autobiografico, cui si aggiunge la forza di rinunciare sempre ad ogni possibile spunto retorico, che con lo sport sarebbe cosa facile.
    Adriano ha un padre che è stato campione di boxe che non è riuscito a partecipare alle Olimpiadi e trasferisce i suoi sogni nel figlio: "non vuole soltanto trasferirmi la sua passione, E' proprio la sua vita a dover cambiare proprietario". La scelta del basket, legata all'amico Giovanni che gli sarà poi vicino per la vita, non sarà quindi facile anche se aiutata da una malattia all'ipofisi che gli fa superare i due metri d'altezza e per cui dovrà curarsi sempre. La sua è una crecsita solitaria, necessariamente scontrosa, fatta di un'incapacità a esternare emozioni, a comunicare quel che pure vive in profondità, così con chi lo conosce basta una parola senza sbavature per capirsi.
    La sua è una carriera abbastanza veloce e di gran successo, sostenuta anche dall'incontro con Marta, da cui avrà, ancora fidanzati e giovanissimi, una figlia, Irene, con le quali andrà a vivere in America. E' l'America del successo e la ricchezza ma assieme della violenza drammatica e gratuita. Adriano vivrà così una tragedia che metterà in crisi tutto, carriera e vita di coppia, anche per quell'incapacità di dirsi davvero le cose.
    Marta torna e resta in Italia anche quando lui dovrà tornare a Dallas, dove confesserà, dopo tanti anni, di non sapere ancora chi è, elencandosi una serie di 'se...' che avrebbero potuto cambiare tutto, come una partita può cambiare nei 24 secondi tra un recupero palla e il tiro a canestro. "Da giovani si è portati a credere che la realizzazione dei propri desideri porti a un assoluto di completezza. non è così... paure e dubbi restano intatti". Sono invece proprio le scelte, la capacità di fare rinunzie e fermarsi, la nascita di un altro figlio, Jacopo, una vita senza più sfide e traguardi da superare che lo porteranno a concludere "Il padre giusto è quello che abbiamo. Il figlio giusto, quello che viene", ma anche a rendersi conto che la sua "è una storia di persone vicine che non si conoscono e si cercano. Perché non possiamo mai sapere cosa c'è dentro il cuore di qualcuno, anche se ci dormiamo accanto per anni. E nonostante tutto dobbiamo ostinarci a cercare, perché è tutto ciò che possiamo".
   

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