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Le 'Vite segrete' di Lawrence d'Arabia

Le 'Vite segrete' di Lawrence d'Arabia

Storia di un mito "sconcertante" ma leggendario

TEL AVIV, 08 maggio 2016, 13:42

Massimo Lomonaco

ANSACheck

Lawrence D 'Arabia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Lawrence D 'Arabia - RIPRODUZIONE RISERVATA
Lawrence D 'Arabia - RIPRODUZIONE RISERVATA

    PHILIPP KNIGHTLEY-COLIN SIMPSON: "LE VITE SEGRETE DI LAWRENCE D'ARABIA" (ODOYA, PP.361;22 EURO) Che Lawrence d'Arabia, al secolo Thomas Edward Lawrence, figlio illegittimo di Thomas Chapman e Sarah Maden, sia destinato a restare probabilmente per sempre un uomo del mistero lo dimostra bene l'opera di Knightley e Simpson. Pubblicato nel 1969 in Gran Bretagna e ora lodevolmente in Italia da Odoya, il libro è stato - ed è - una delle più informate e dettagliate ricostruzioni della vita di un personaggio pubblico che gli autori stessi definiscono "sconcertante" ma leggendario. Basti pensare che dopo questo libro ne sono arrivati diversi altrettanto documentati, ma non tradotti in italiano, come quelli di Scott Anderson o Ronald Florence per citarne solo alcuni. Da tutti si ricaverà difficilmente l'assieme quanto piuttosto uno spicchio, almeno per quanto riguarda l'uomo privato. Su Lawrence, come nel suo libro più famoso 'I sette pilastri della saggezza', si fa infatti fatica a sceverare la fantasia dalla realtà: il 'Principe degli arabi' fu un abilissimo costruttore dell'alone insondabile mistero attorno alla propria figura. Knightley e Simpson, tuttavia, ebbero all'epoca della realizzazione del libro parecchi vantaggi: non solo riuscirono ad accedere ai documenti conservati nell'Archivio di Stato di Londra quando si decise di accorciare dal 1970 al 1968 il periodo di segretezza.
    Ma aggiunsero anche il materiale conservato presso l'Università di Durham, l' Archivio di stato scozzese, il St. Anthony's College di Oxford, gli Archivi di stato a Nuova Delhi e parecchie raccolte private, compresa quella del Bey di Deraa, il comandante turco da cui Lawrence disse di essere stato violentato durante la guerra nel deserto. Il colpo magistrale di Knightley e Simpson fu però l'acquisizione in esclusiva delle confessioni di John Bruce, un giovane che conobbe Lawrence dal 1922 alla morte nel 1935 e con il quale ebbe un rapporto "sorprendente". Un uomo che l'eroe della rivolta araba, una volta uscito volontariamente dal palcoscenico della grande storia, forgiò - dicono gli autori - come suo personale "strumento di espiazione masochistica". Sorretti da un apparato documentale pubblico e privato di prima qualità, Knithley e Simpson hanno ricostruito così le quattro "vite segrete" di Orens - come gli arabi lo chiamavano in battaglia - demolendo e rafforzando al tempo stesso un mito che continua a restare intatto nonostante le indagini. Per gli autori, Lawrence fu "un funzionario politico dislocato presso Feysal (il capo della rivolta) allo scopo di influenzarlo e assicurare il tal modo il successo della politica inglese". A differenza della leggenda - sostengono - "lungi dal nutrire un profondo attaccamento per gli arabi, a Lawrence non importò nulla di loro in quanto gruppo etnico". Nè si dedicò ad "unire le tribù divise affinchè sorgesse una nazione araba"; anzi - spiegano - credeva che l'interesse dell'Inghilterra fosse "nel tener diviso il Medio Oriente" per assicurare meglio la supremazia dell'Impero britannico, soprattutto in funzione anti francese. Un "inganno" che lacerò a fondo l'anima del già sensibile Lawrence e che infiammò di autodistruzione e masochismo l'ultima parte della sua vita, ammantata ancora più di mistero della prima quando guidava gli eserciti arabi ala conquista di Damasco.
   

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