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Tumore e rinascita raccontati a 18 anni

Tumore e rinascita raccontati a 18 anni

In 'Non siamo immuni' di Giacomo Perini

ROMA, 19 marzo 2016, 13:38

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Mauretta Capuano).
    GIACOMO PERINI, NON SIAMO IMMUNI (INTERMEDIA EDITORE). Raccontare per condividere il buio e la luce e per rinascere. Ha seguito spontaneamente questa strada Giacomo Perini, un ragazzo pieno di entusiasmo, appassionato di equitazione, profondamente legato al suo cavallo, che a 18 anni ha visto fermarsi la sua vita e ha dovuto combattere, senza mai perdere la fiducia, contro quello che chiama "il mostro": un tumore raro, un osteosarcoma di alto grado. Il campanello d'allarme, la rottura del femore. Dopo aver messo su Facebook le prime cose che aveva scritto su quello che gli stava capitando, Giacomo ha ricevuto decine di mail, messaggi, telefonate. Ha deciso di andare avanti ed è nato così 'Non siamo immuni' (IntermediaEditore), il diario speciale di un ragazzo che ha saputo, e non era per nulla scontato, guardare in faccia "questo terremoto, combatterlo attraverso il racconto, metterlo a nudo" per dirci alla fine quello che lui si è ripetuto mentre attraversa quel lungo tunnel di dolore, dieci mesi di malattia diagnosticata nel settembre 2014: "la vita è meravigliosa". "Ho avuto un tumore, l'ho sconfitto, e ora ho una vita senz'altro migliore di quella che avevo prima" dice Giacomo che non nega le cose ingiuste e atroci che possono succedere ma guarda sempre al positivo. E ora, che si è iscritto a Scienze Politiche, dopo aver superato gli esami maturità nell'anno più difficile della sua vita, è anche capace di dire: "forse un giorno ringrazierò la malattia e quel medico che a brutto muso mi disse che il cavallo potevo vederlo solo in televisione". Accompagnato da foto, in cui non manca mai il sorriso - con i genitori, le sorella, la nonna, con i medici dell'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, con i compagni di scuola del Liceo Ginnasio De Sanctis di Roma, mentre stringe la mano del Papa a Piazza San Pietro - il libro di Giacomo Perini è un invito a non mollare mai e ad essere capaci di esprimere gratitudine verso le tante persone che si sono incontrate lungo un percorso difficile. E a tua volta, tu "sei un anello - sottolinea Giacomo - di una grande catena che ti lega a tante altre persone per le quali tu puoi essere il salvagente che le tiene a galla fino a riportarle a riva".
    Alle chemio, ai giorni con le stampelle, senza poter più contare sulla propria gamba dopo essere andato per anni a cavallo, Giacomo non sarebbe sopravvissuto senza il grande affetto e amore che aveva intorno a sè, "sarei morto all'istante" dice, senza quel "cerchio magico" che si era creato intorno a lui. Un grazie speciale va alla nonna materna, che da anni combatte con una sfida simile alla sua, e alla bidella della sua scuola, Loredana. Fare i conti con questo "mostro terribile" è un modo per conoscere il proprio corpo e imparare a gestirlo, come accade con la caduta dei capelli in un mondo, ci ricorda, in cui l'aspetto fisico supera spesso quello interiore, o come avviene con il cibo che nel reparto di chemioterapia del Rizzoli di Bologna può essere cucinato dalle mamme o dai parenti dei pazienti per i quali è a disposizione una "cucina a 5 stelle" racconta Giacomo.
    Sfidando la cattiva sorte, Giacomo ha capito, lui sportivo, per cui i cavalli erano la vita, l'importanza di studiare ma soprattutto quanto sia importante la mente "che può tutto, forse più di un farmaco". Con lui hanno vissuto precipizi e risalite anche i suoi genitori dei quali alla fine del libro viene riportata una commovente testimonianza. La sorella Giulia, che in quei mesi durissimi era a Londra, architetto junior in uno studio della City, scrive che nei giorni in cui sarà di cattivo umore per cause futili si ricorderà "del suo guerriero che, senza batter ciglio, senza il suo cavallo e con una gamba sola, saltò l'ostacolo più alto e infimo della sua vita salvando se stesso ma soprattutto noi che, altrimenti, saremmo precipitati in un baratro". Ed è proprio la "forza esplosiva" di Giacomo che ha permesso anche ai genitori di andare avanti. I controlli forse andranno avanti tutta la vita, ma insieme a Giacomo tutte le persone che gli vogliono bene sono entrate in una nuova vita.
    'Non siamo immuni' vuol essere proprio questo messaggio di rinascita, una spinta a cogliere in ogni cosa un'opportunità di crescita, e un invito a non dimenticare che "la sanità deve essere un diritto acquisito per tutti".
   

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