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Tura esplora Il principio del Male

Tura esplora Il principio del Male

Da giallista atmosfere oscure tra Inghilterra ed Italia

ROMA, 18 febbraio 2016, 14:19

Patrizio Nissirio

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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    STEFANO TURA, IL PRINCIPIO DEL MALE (PIEMME, 370 pp., 18,50 EURO) Stefano Tura, bolognese da 10 anni a Londra, è ormai una certezza del noir italiano, anche se per il grande pubblico è soprattutto un apprezzato corrispondente della Rai dalla Gran Bretagna. Dagli esordi del 2001, con il macabro Il killer delle ballerine, il suo percorso narrativo lo ha portato ad esplorare angoli oscuri della mente umana e comportamenti devianti in libri poco adatti agli animi sensibili, come Arriveranno i fiori del sangue o l'ultimo Tu sei il prossimo. Un tragitto che oggi approda a Il principio del Male , una vicenda super dark tra Inghilterra ed Italia, che sin dall'inizio non lascia scampo al lettore: "A volte, la vita vera è molto peggiore degli incubi", recita la prima frase del romanzo.
    Il prologo: Anna e Marco hanno lasciato la natia Bologna per la piccola Ipswich, ma appena iniziata la nuova vita, sono vittima di un orrendo crimine. Ma la loro vicenda resta ben poco nelle cronache locali ed italiane, anche perché l'ombra di un serial killer dietro un altro delitto impegna la polizia. E da questo intreccio parte la complessa indagine, affidata a due personaggi noti ai lettori di Tura, il poliziotto inglese Peter McBride, investigatore sempre ai limiti della legalità, ed il suo collega italiano Alvaro Gerace, anche lui un marginale tra i suoi colleghi. I due riformano l'asse nato in Tu sei il prossimo, e scavano tra personaggi inquietanti ed omertosi fino ad arrivare alla scomoda verità, anch'essa a cavallo tra Regno Unito ed Italia. Il tutto nella consueta lingua asciutta, senza sbavature di chi è abituato a raccontare la realtà della cronaca, accanto al processo di inventare storie cariche di suspense e paurosi colpi di scena.
    Nel dipanare la matassa del giallo, Tura non rinuncia quindi a inserire - come ha fatto già nei precedenti romanzi - vicende e temi che incontra quotidianamente nel suo lavoro di giornalista. Stavolta tocca a immigrazione, chiusura delle frontiere, xenofobia, argomenti di scottante attualità in Gran Bretagna e non solo. E i due poliziotti-outsider, grazie ai metodi poco ortodossi, mettono a nudo anche guasti della società, violenze, silenzi, ignavia, all'ombra dei quali prospera il crimine. "Il momento in cui ci si gira dall'altra parte di fronte ad un sopruso, un'ingiustizia o un abuso di potere - dice Tura - quello è il principio del male".
   

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