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Doninelli, le piccole cose per salvarci

Doninelli, le piccole cose per salvarci

Grande romanzo di 800 pagine di fatti e pensieri

ROMA, 18 ottobre 2015, 11:58

Paolo Petroni

ANSACheck

La copertina del libro di Luca Doninelli 'Le cose semplici ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

La copertina del libro di Luca Doninelli  'Le cose semplici ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
La copertina del libro di Luca Doninelli 'Le cose semplici ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

LUCA DONINELLI, LE PICCOLE COSE (BOMPIANI, PP. 838, 23 EURO) "La vecchia sede stradale è occupata dagli alberi, per lo più robinie...": è l'inizio del nuovo romanzo di Luca Doninelli ambientato a Milano, una città ormai ingoiata dalla vegetazione, in disfacimento e invasa da un puzzo di morte. Siamo nel 2023, ma in realtà, quel che realisticamente viene raccontato è solo una metafora del nostro oggi, quel futuro per Doninelli è già cominciato e, per sperare di uscirne, bisognerà ritrovare il senso de 'Le piccole cose', come indica il titolo del libro.
    Le piccole cose, quelle che intende Doninelli, ovvero "i desideri più semplici e naturali, quelli con cui entriamo nel mondo e che sono sperare di essere felici, di avere giustizia, di amare e essere amati e per riuscirci tutti dovrebbero collaborare e darsi da fare assieme. Invece, per come va il mondo, tutto opera per impedirne la realizzazione. Non sentiamo più dentro di noi alcuna promessa, tantomeno quella di vivere una vita che abbia un senso". Il fatto è, precisa, che "ogni patto sociale è venuto meno" e allora il mondo comincia incepparsi a bloccarsi a implodere su se stesso, a disgregarsi e marcire. "E Chantal, il giovane genio matematico, donna fattiva e positiva che è la protagonista del romanzo, per la rapidità con cui tutto decade, si ritroverà dall'altra parte dell'oceano, in America, divisa dal suo grande amore che chiama Dodo, che è poi la voce che narra, che a un certo punto scrive e testimonia quel che vede attorno a sé a Milano in quaderni andati a scovare in una cartoleria distrutta, dove lavorava da ragazzo - racconta lo scrittore - Sono i quaderni che ritrova Mark, che li riordina, trascrive e presenta. E' il figlio di una celebre top model, ragazza madre americana morta suicida, e lasciato all'amica Chantal che lo ha cresciuto come suo, tanto che questo riconosce come padre solo Dodo, che pure ha visto pochissimo". Un romanzo apocalittico (ce la potremo fare, o no? è domanda che resta inevitabilmente aperta, passata al lettore), quindi, se si vuole pessimista, ma non senza speranza. Del resto, visto che nasce e si svolge a Milano, si fa presto ad avvertire quanto Manzoni vi sia dietro, in certe situazioni, in certi personaggi, nel manoscritto ritrovato, negli innamorati separati dalla nequizia degli uomini, anche se non sono più promessi sposi, ma sposi che già vivono la promessa e proprio per questo, un giorno, dopo 20 anni, grazie alla costanza di Chantal, riusciranno a ritrovarsi. "Lei si dà da fare, ha fiducia e fede, anche la vera fede in Dio che avrà un momento di crisi quando gli morirà il suo vero figlio di meningite. Padre Jonathan la sfida ad avere fede egualmente, perché Dio non è interessato alle cose possibili, ma chiede sempre l'impossibile - spiega Doninelli -. Lei non cede mai, e diventa un punto di riferimento per chi è disperso in tanto disastro. Lui è un cazzone che dell'essere l'uomo di un celebre genio fa la sua favola per sopravvivere, magari anche conquistare altre donne, finché una di queste resta incinta e lui si ritrova a prendere coscienza della sua realtà a dover farci i conti".
    E' nato così un libro di oltre 800 pagine (delle 1.300 della prima stesura), un romanzo fuori misura e lontano da quelli precedenti di Doninelli: "Mi ero stufato di me stesso, mi chiedevo quale lettore avrebbe avuto voglia di leggermi ancora e, essendo uomo di fede, cosa poteva importare a Dio di cose scritte bene e basta. Così ho deciso di misurami con qualcos'altro, di dimensioni in cui i tuoi pregi a un certo punto si esauriscono e sei costretto a metterci dentro anche i tuoi difetti, a misurarti con una sfida che mette in gioco tutto te stesso, e allora, spero, acquisti un senso, un valore". Un romanzo dalla scrittura molto curata e quasi distante, dallo sguardo placido e persino ironico. Un romanzo che racconta se stesso e vuol coinvolgere ma per far pensare. Un racconto anche assurdo e spesso divertente, pieno di fatti, visionario e sentimentale, fatto di passioni e dolori, di orrori e luci, di invettive e riflessioni sull'uomo, avendo al fondo i grandi interrogativi, quelli da cui sempre nasce la grande letteratura (e Doninelli dice che qui si trovano, oltre innanzi tutto a Manzoni, anche Dante, Tolstoj, Corman McCarthy e tanti altri).
    Forse è per questo che in rete è nata una valanga di 'mi piace' sull'idea lanciata da un blog di candidare 'Le piccole cose' al prossimo Strega.
   

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