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Gianmaria Testa e il mondo in rima

Gianmaria Testa e il mondo in rima

In 'Il sentiero e altre filastrocche' illustrato da Berruti

ROMA, 05 ottobre 2015, 12:20

Francesca Pierleoni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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GIANMARIA TESTA: IL SENTIERO E ALTRE FILASTROCCHE (GALLUCCI, 32 pp., 15 EURO)

Un tentativo, ''forse presuntuoso, di usare un linguaggio, una forma e degli occhi meno inquinati dal tempo, come i bambini appunto, provando a riscoprire l'infanzia che è rimasta dentro ciascuno e che fa fatica a uscire in un mondo sempre più veloce e adulto''. Così Gianmaria Testa descrive 'Il sentiero e altre filastrocche', raccolta di versi in rima scritta dal cantautore e illustrata da Valerio Berruti, in arrivo in libreria a ottobre edita da Gallucci.

    E' un percorso in tre storie, scandito dai bambini pensierosi e enigmatici, 'disegnati' da Berruti utilizzando come sfondo mappe per trekking delle Langhe, sua terra natale (e in cui Testa vive), pagine del suo primo vocabolario e carte nautiche.

    ''Ci sono persone che credono che i miei bambini siano tristi, altri ancora li vedono seri - spiega l'artista -. Credo che molto dipenda dallo stato d'animo di chi guarda l'opera, per me, ad esempio non sono ne' tristi ne' seri. Pensierosi magari, forse consapevoli di quel tempo indefinito che si trovano davanti in cui tutto può ancora avvenire''.

    Con un linguaggio adatto ai più piccoli, Testa affronta temi attuali e vicini anche per i più grandi. In 'Il sentiero' racconta il mistero di una stradina a Riotorto, della quale gli adulti non conoscono la destinazione, perché ci riescono a passare solo bimbi in bicicletta e gatti.''Di sicuro non sappiamo questa via dove porta se sia lunga come il mondo - spiega una bambina - tutta dritta oppure storta la prendiamo per partire, per andare via di qua vi lasciamo tutto quanto, vi lasciamo la città''.

    Anche 'Le parole straparlate' racconta una ribellione, quella delle parole, stanche di essere maltrattate e sempre più usate a sproposito. I vocaboli decidono così di scambiarsi i significati a caso, creando fra gli adulti il caos:''così "Sedia" sarà "Muro" per qualcuno e per un altro "Scala", "Getto" oppure "Scuro" o "Gramigna", "Pianta" o "Filtro"...Non importa, purché il senso non capisca e quindi sturbi spazientisca e poi la smetta di parlare per i sordi''. Gli unici ancora capaci di comprenderne il vero significato sono i bambini: ''mentre i grandi stanno muti che nessuno li capisce, Chi le offende le parole di parole poi perisce''.

    In 'Ventimila leghe in fondo al mare' (già musicata, cantata e pubblicata da Testa, sempre per Gallucci, nel 2013), invece il cantautore racconta 'la secessione', motivata da egoismi e voglia di indipendenza, di tutti i mari del mondo, intenzionati a non scambiarsi più acque e pesci, attraverso la chiusura di tutti i canali, da Buona Speranza a Gibilterra. Un fenomeno che monta fino al conflitto fra le gocce, e al dissolversi dell'acqua stessa. Bisogna, spiega Testa ''ritrovare quella parte infantile e prendere il presente e la realtà così seriamente come i bambini quando giocano''.   

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