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Fois chiude la trilogia Chironi

Fois chiude la trilogia Chironi

Dopo 'Stirpe' e 'Tempo di mezzo' ora esce 'Luce perfetta'

ROMA, 06 luglio 2015, 10:33

Paolo Petroni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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        (ANSA) - ROMA, 6 LUG - MARCELLO FOIS, ''LUCE PERFETTA'' (EINAUDI, pp.310 - 20,00 euro).
    Il problema della paternità, che torna anche in questo terzo dei romanzi che compongono la storia della stirpe dei Chironi, con agnizioni tardive dei figli cresciuti credendo di essere altri e padri che accettano situazioni che finiranno per metterli in crisi, in una trilogia come questa (iniziata con 'Stirpe' e proseguita con 'Nel tempo di mezzo') che ripercorre oltre un secolo di storia d'Italia dal particolare punto di vista di Nuoro in Sardegna, non può non avere un senso, forse a indicare un paese alla ricerca di una propria orgogliosa identità e che continuamente ne distrugge il valore.
    Una storia che alla fine è una grande testimonianza d'amore dello scrittore per la sua terra, di cui narra l'epopea dai tempi dell'intenso, forte e poetico ''Memoria del vuoto'' sulla storia del brigante Michele Stocchino.
    Anche i Chironi si costruiscono una loro fiera identità, costruendo un impero, che sembra sempre debba sfuggirgli tra le mani nel trascorrere delle generazioni, nel succedersi degli avvenimenti, nel procedere della storia tra guerre, ricostruzione, boom economico e, infine, come accade in queste ultime pagine che partono dalla fine degli anni '70, tra i segni del terrorismo e fino a mani pulite e oltre, alla seconda repubblica, col corrompersi del mondo e delle persone, tra degrado morale, soldi sporchi, finanze e politica spregiudicata.
    Una modernizzazione cui la Sardegna si adegua, preda di lottizzazioni selvagge, di politici ambiziosi e indagati, di ricatti e pressioni, che a Nuoro e sulle coste vedono al centro l'impresa dei Chironi in mano all'ultima discendente, Tzia Marianna, ma retta dallo spregiudicato Mimmìu Guiso. I temi di questi romanzi sono il silenzio, il vuoto, e soprattutto la memoria, il cercar di testimoniare e ricordare a sé e agli altri che solo può riempire quel senso di vuoto esistenziale, che sola può dare continuità e chiudere il cerchio: ''mantenere viva la fiamma è meglio che essere costretti ad adorare le ceneri''. Del resto il silenzio, le parole non dette, il pensare cose che non si riescono o non si vogliono esprimere, evitare confronto e verità e che pure si intuiscono o si sanno, dà l'illusione di far andare avanti comunque le cose, costi quel che costi, ma pian piano la verità come un tarlo sbriciola i rapporti con gli altri e con se stessi, così che spesso il finale è tragico. Accade tra Mimmìu e suo figlio Domenico, accade tra Domenico e sua moglie Maddalena Pes, che in realtà amava l'amico fraterno di Domenico, il suo coetaneo Cristian Chironi, che tradito in certi suoi pericolosi traffici politici negli anni di piombo, a un certo punto scompare e viene dato per morto. Quelle che fanno andare avanti davvero le cose sono le donne, Marianna e Maddalena appunto, anche loro tra silenzi di cui ognuna conosce in realtà il significato e per quella capacità di generare, quindi di dar futuro, che in questo caso sarà rappresentata da Luigi Filippo, figlio di Marianna e probabilmente più di Cristian che di Domenico che pure ne assume la paternità. Con Marianna in mezzo, i protagonisti sono comunque questi due giovani uomini, il primo che passa di errore in errore su cui riflette ma che non rinnega mai, il secondo, con ''un sorriso che assomiglia al fondo cupo di uno stagno'', sempre spinto apparentemente a far buone azioni di cui poi si pente e per le quali si autopunisce, anche perché dietro si nasconde uno dei vari colpi di scena di questa vicenda, che ha riverberi un po' noir. Questo ''Luce perfetta'' è un insieme di avvincenti vicende diverse come le sa raccontare Fois, maestro di trame gialle e soprattutto indagatore di quanto di insondabile c'è nell'animo umano, che procede spostando e incastrando tempi e avvenimenti, sorvolando e fissandosi su alcuni particolari che poi prendono significato, tra memoria e ossessioni dei suoi personaggi, tra passioni ed egoismi, tra odi e sensi di colpa, vendetta e perdono, sentimenti primari, assoluti, così che i Chironi diventino esemplari di una vicenda che si fa epica, anche se in questa ultima, terza parte c'è forse un eccesso di romanzesco, pur ricordandoci che la realtà supera spesso la fantasia, come ci ha dimostrato la vita pubblica degli ultimi decenni.
   

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