MICHAEL DOBBS, HOUSE OF CARDS 3 (FAZI, PP 525, EURO 17,50)
E' tempo di bilanci per il machiavellico Francis Urquhart che nel suo atto finale sarà alle prese con il petrolio e il ritorno a galla di una tragica vicenda del passato. Lo troviamo così in una inaspettata crisi di governo con implicazioni internazionali in 'House of Cards 3' che arriva in libreria il 5 marzo per Fazi editore, nella traduzione di Stefano Tummolini e Giacomo Cuva, più o meno in contemporanea con la messa in onda della serie cult su Sky Atlantic dal 4 marzo, alla cui produzione e sceneggiatura ha partecipato Lord Michael Dobbs.
L'autore della trilogia che ha venduto milioni di copie in Inghilterra ed è stata un successo in tutto il mondo - in Italia 50 mila copie i primi due volumi, pubblicati sempre da Fazi - è un maestro dell'intrigo politico. Classe 1948, Dobbs è membro del Partito Conservatore inglese e dal 2010 della Camera dei Lord. Tra i diversi incarichi politici, è stato capo dello staff del partito durante l'ultimo governo Thatcher, dal 1986 al 1987.
Da più di dieci anni consecutivi primo ministro del Regno Unito di Gran Bretagna, Urquhart (Kevin Spacey nella serie), nel terzo e ultimo capitolo del thriller politico deve intervenire sulla complessa vicenda della questione cipriota complicata dal ritrovamento di giacimenti petroliferi che fanno gola a molti.
Ma Cipro è legata anche a una questione personale del passato, che può trasformarsi in una persecuzione, a cui si aggiunge il branco di lupi che il primo ministro si trova alle calcagna. "La mia aspirazione, come tutti sapete, era portare la pace sull'isola. Fermare lo spargimento si sangue. Riconciliare le comunità. Ho fallito, ma si trattava di un'impresa che, in quel luogo infelice, non riusciva da più di mille anni" dice parlando di Cipro il primo ministro. Insomma, mentre avanzano gli anni e lui vorrebbe lasciare un segno nella Storia, Urquhart ha un bell'intrigo da risolvere e ovviamente non ci pensa proprio, lungo le oltre 500 pagine del libro, a farsi da parte. Accanto a lui la moglie Elizabeth che lo sostiene nelle lotte di potere. "Ma presto diventerò il primo ministro più longevo dell'era moderna. E il mio posto nella storia sarà assicurato. Non è un risultato da poco, Elizabeth.
Ed è qualcosa che potremmo condividere, immagino, quando tutto questo sarà finito" dice Urquhart alla moglie. Fino alla fine in cui sarà ribattezzato da tutti i tabloid come il 'JFK britannico' ed Elizabeth diventerà la contessa Urquhart.
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