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Il parto in casa, secondo natura

Il parto in casa, secondo natura

Nel libro della Malvagna analisi e suggerimenti per fare scelta

ROMA, 19 maggio 2014, 11:05

Elisabetta Stefanelli

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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    ELISABETTA MALVAGNA, IL PARTO IN CASA - NASCERE NELL'INTIMITA' FAMILIARE, SECONDO NATURA (Il leone verde, pagg. 172, 15 euro).
    Tutte le donne dovrebbero vivere la gravidanza e il parto senza paura e come veramente desiderano, nel modo più naturale possibile. Ma per raggiungere questo obiettivo hanno bisogno di informazioni e di strumenti per poter scegliere tra le diverse opzioni: lo sostiene Elisabetta Malvagna, giornalista, blogger e attivista del parto naturale nella nuova edizione di "Il parto in casa - Nascere nell'intimità familiare, secondo natura" (Il leone verde, pagg. 172, 15 euro), presentato al Salone internazionale del Libro di Torino. Rispetto alla prima edizione (2010), il volume è stato aggiornato con i dati e gli studi più recenti, e arricchito da un'inedita introduzione della cantante Giorgia, che quattro anni fa ha partorito tra le mura domestiche.
    "Ormai nel nostro Paese assistiamo a un'evidente contraddizione - osserva la Malvagna -: la Sanità spreca ogni anno 80-85 milioni di euro in parti cesarei ingiustificati, ma nessuno si scompone più di tanto se qualche cittadino muore prima di arrivare in sala operatoria perché i pronto soccorso sono al collasso per mancanza di fondi". Secondo la giornalista, con la violenta crisi economica in corso, il parto in casa e nelle case maternità (solo 5 in Italia) può invece "essere un'alternativa molto valida dal punto di vista sanitario ed economico". Attualmente solo lo 0,1% delle mamme italiane scelgono questa modalità di parto, "anche perché viene rimborsato dallo Stato in pochissime regioni, Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Lazio e Provincie di Trento e Bolzano - sottolinea la Malvagna -. Il parto in casa costa circa 2-3.000 euro, in ospedale il parto è gratuito. Ma la decisione del luogo in cui far nascere i propri figli non dovrebbe essere dettata dalla disponibilità economica della donna. E non è solo una questione economica: rimborso statale significa anche consenso sociale". L'autrice è comunque ottimista: "Nonostante in Italia ci sia una drammatica assenza di politiche per la famiglia, si facciano sempre meno figli e ci sia ancora una scarsa informazione sulle alternative al parto hi-tech, si avverte un trend positivo: nell'attuale contesto iper-digitalizzato e social, le future mamme sentono fortemente il bisogno di confrontarsi per trovare una strada nuova e riuscire a partorire 'senza chiedere il permesso'". Nel libro la giornalista riporta molte testimonianze di donne che hanno vissuto questa esperienza, riportando documenti e ricerche internazionali a favore del parto in casa: "Ormai un'ampia letteratura scientifica ne conferma gli aspetti positivi - dice la Malvagna - come è emerso anche qualche giorno fa da uno studio diffuso dal National Institute for Health and Care Excellence (NICE) che ha coinvolto 650 mila partorienti britanniche". "Il parto in casa non è un attacco alle istituzioni - scrive Giorgia nell'introduzione al libro - ma un invito a riconsiderare questo atto come una naturale funzione in cui la donna deve poter pilotare il suo viaggio attraverso le sue sensazioni, il suo ritmo e il suo dolore. E' questa la tesi del libro: i percorsi già decisi non è detto che siano adatti a noi.
    Esiste una scelta, e ognuno ha il diritto di fare la sua".
   

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