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L'amore involontario di Chiara Marchelli

L'amore involontario di Chiara Marchelli

Storia di due fratelli separati da lutto e riuniti da incidente

MILANO, 12 maggio 2014, 17:21

Gioia Giudici

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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    CHIARA MARCHELLI, L'AMORE INVOLONTARIO (PIEMME, Euro 14,50; PP 238).
    ''Se non fossi mio fratello e ti avessi conosciuto, non ti avrei mai scelto come amico": scrive Irene riferendosi al fratello Riccardo. E' questo legame che si forma fin da piccoli 'L'amore involontario' che dà il titolo al nuovo romanzo di Chiara Marchelli, italiana trapiantata a New York da 15 anni, come la coppia di fratelli italoamericani protagonista del suo lavoro, pubblicato da Piemme.
    Al centro della trama il rapporto conflittuale tra Irene, scrittrice di culto e insegnante venerata dagli studenti, e il fratello Riccardo, businessman di successo diventato arido dopo la morte della figlia minore, incapace di tenerezza per la moglie e il figlio adolescente. La tensione tra i due esplode quando Irene pubblica un libro, di grande successo, dove racconta del fratello e della sua perdita. Riccardo interrompe ogni rapporto ma è costretto a fare i conti con la sua scelta quando Irene viene investita da una taxi ed entra in coma. Ed è lì, vegliando in quella stanza d'ospedale, prima in silenzio e poi con l'intercessione del libro incriminato, che il protagonista riesce a trovare il coraggio di fare i conti con se stesso, con il grande trauma che l'ha allontanato dagli affetti familiari, fino ad aprirsi di nuovo alla vita.
    "Ci sono persone - racconta l'autrice, che insegna Italiano e Scrittura creativa alla New York University - che non riescono a guardarsi dentro neppure quando perdono tutto, perché significherebbe aprire la botola, levare la maschera, e quindi rimettere in discussione la vita costruita sino a quel punto.
    Con il rischio di far crollare tutto, ritrovarsi soli. Tante persone, piuttosto che dover affrontare questo tipo di solitudine - che può essere feroce - preferiscono procedere in avanti, ottuse e sorde. O semplicemente spaventate. Riccardo è così. Un uomo meno forte di quanto vorrebbe, sopraffatto da un'ingiustizia enorme, che rimane sprovvisto di forza vera e quindi si arma di aggressività. È un uomo prepotente, chiuso.
    Tradito dalla vita, che gli ha preso la tenerezza senza che lui fosse robusto abbastanza da saperla ritrovare, ricostruire".
    Eppure, nonostante il lutto, il dolore, la chiusura, qualcosa in lui è rimasto: è 'l'amore involontario', "quello che c'è malgrado noi. Nonostante le ferite, le decisioni, le incompatibilità. Credo che l'amore involontario - sottolinea Chiara, nata ad Aosta e laureata a Venezia - per eccellenza sia quello che si forma all'interno di una famiglia: ami prima di conoscere, di scegliere. Ami perché quello è tuo fratello, quella è tua sorella, quelli sono i tuoi genitori. Solo dopo, conoscendoli, può capitare di chiedersi le ragioni di quell'amore". Su queste ragioni indaga il dialogo silenzioso tra Riccardo e Irene, la cui voce è affidata alle pagine che lei stessa ha scritto e che il fratello le legge in ospedale. Una struttura narrativa scelta per non lasciare spazio "alla replica immediata, che generalmente è una difesa. Se Riccardo e Irene si fossero parlati - spiega la scrittrice, a New York dal 1999 - non avrebbero comunicato. Così, invece, con i tempi dilatati, con la possibilità di riflettere, le parole arrivano a destinazione e producono gradualmente delle reazioni, che Riccardo vive nell'intimità della sua solitudine, esponendosi, disgregandosi, ricordando. Perché i ricordi di quando lui e sua sorella erano bambini sono rimasti intatti, e puri". E quando riemergono spazzano via ogni difesa, permettendo a Riccardo di tornare alla vita mentre la sorella le sfugge.
   

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