dice il regista -. Penso che sia un quesito che attraversa molti miei film, a cominciare da 'A l'origine' che trattava del tema delle promesse e delle menzogne e di un'autostrada che non portava da nessuna parte, ma alla quale tutti volevano credere. Un giorno - continua Giannoli - ho letto su un giornale un articolo sulle misteriose 'indagini canoniche'. Sapevo che in alcune circostanze la Chiesa riunisce delle commissioni d'inchiesta su fatti che si presuppongono sovrannaturali, come le guarigioni miracolose o le apparizioni.
Queste commissioni di inchiesta canoniche non sono necessariamente costituite da religiosi. Possono farne parte medici o storici ai quali un vescovo chiede di raccogliere testimonianze e di indagare su fatti precisi allo scopo di riuscire a stabilire se si tratti di un'impostura o meno. La prospettiva di un'approfondita indagine documentaria su una presunta prova dell'esistenza di Dio - aggiunge - corrispondeva al mio stato d'animo in quel periodo sella mia vita, al dubbio esistenziale che era diventato il mio".
E che ci sia un tormento personale del regista nato a Neuilly-sur-Seine nel 1972 in questo film, lo si capisce dalle stesse sue parole:"Provavo l'esigenza di riappropriarmi di queste tematiche fuori dai cliche mediatici, dai dibattiti sullo scontro tra le civilta, dal ritorno della religiosita e dalla deriva fondamentalista, dal momento che per me si trattava soprattutto di una ricerca personale e segreta. Non riusciremo mai - conclude - a rispondere al quesito sul senso della nostra vita attraverso algoritmi, smart phone, promesse economiche o illusioni politiche".
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