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Zingaretti torna con Il Re, ma questa volta è dietro le sbarre

Zingaretti torna con Il Re, ma questa volta è dietro le sbarre

La nuova stagione dal 12 aprile il prison drama su Sky.

ROMA, 09 aprile 2024, 18:49

di Nicoletta Tamberlich

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Bruno Testori è un uomo delle istituzioni, che a un certo punto perde la strada di casa, ha un suo senso etico personale, la sua missione diventa un'ossessione, è un cattivo che per certi aspetti tendo a giustificare, un uomo che pensando di mantenere l'ordine è finito in una sorta di delirio di onnipotenza nel suo microcosmo". Luca Zingaretti torna a indossare i panni de 'Il Re' del carcere di frontiera S. Michele ma questa volta da monarca assoluto lo ritroveremo dietro le sbarre: dal 12 aprile in esclusiva su Sky e in streaming solo su Now la nuova stagione del prison drama Sky Original prodotto da Sky Studios con Lorenzo Mieli per The Apartment e con Wildside, entrambe società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Zocotoco (casa di produzione dello stesso Zingaretti). La seconda stagione è stata girata in parte nell'ex carcere Le Nuove di Torino (oggi diventato un museo). In otto episodi diretti da Giuseppe Gagliardi, la seconda stagione del Re è scritta da Peppe Fiore, Alessandro Fabbri e Federico Gnesini. La serie riprende da dove era terminata la prima stagione. "Col tonfo dolorosissimo del protagonista - racconta Zingaretti - che aveva governato con metodi discutibili, non ortodossi con una idea personale di giustizia, e si ritrova in una situazione capovolta, in una cella buia con i suoi fedelissimi trasferiti e con tutta la popolazione carceraria che vuole fargli la pelle. A un certo punto arriva in carcere un signore (il capo dei servizi segreti, Fabrizio Ferracane) che gli propone di rimetterlo in sella. E se prima cadi da cavallo e poi ti rimettono in sella, qualche domanda te la fai", aggiunge l'attore dicendosi "molto soddisfatto di questa seconda stagione", il cui fine "non è denunciare la situazione delle carceri italiane ma raccontare una realtà costretta, con lo stesso meccanismo di alcuni reality". E del suo personaggio dice: "Non credo sia un cattivo, non mi sono mai posto il problema di giudicarlo quanto piuttosto di analizzarlo. Da attore che lo interpreta non posso non provare un senso di empatia e simpatia per lui perché quello che gli succede è umano". Quanto alla possibilità di una terza stagione de 'Il Re', Zingaretti spiega: "Non lo so, al momento non se ne parla''. Accanto a lui tornano Isabella Ragonese nei panni di Sonia Massini, comandante delle guardie penitenziarie. Ragonese dice: Sonia è un personaggio shakespeariano, un Amleto al femminile, che vive nel dubbio. Lei ha un'immensa ammirazione per Testori ma anche la paura di diventare come lui". Anna Bonaiuto nei panni del magistrato che indaga su Testori, Barbora Bobulova, che interpreta l'ex moglie di Testori, Thomas Trabacchi, nel ruolo del magistrato Vito Mancuso detenuto nel carcere: "un uomo - spiega - potente che perde improvvisamente il potere e dà un po' di mistero al ruolo: sembra una vittima ma forse non lo è...", Caterina Shulha che sarà Claudia Agosti, l'avvocata di Mancuso "un personaggio molto coraggioso che sfida lo stereotipo di una donna che può essere carina e brava allo stesso tempo e riesce a tenere testa anche a Bruno Testori". E Stefano Dionisi nei panni di un detenuto del carcere che diventerà presto amico di Testori. Zingaretti aggiunge "l'intento di questa serie non è di denuncia di come si vive in carcere, lo sappiamo la situazione è disastrosa, disumana. Ci ha aiutato molto entrare in un'atmosfera claustrofobica perché anche l'operazione della serie parte proprio da questo: esasperare alcune dinamiche dell'essere umano all'interno di un luogo chiuso in cui non ci sono vie d'uscita. È un po' il meccanismo di tanti reality, amplificato, che tira fuori il peggio di te perchè sei in un ambiente in cui non puoi uscire, i conflitti si acuiscono. Però ho scoperto anche tanti episodi di grande umanità e solidarietà, ho scoperto ad esempio che il primo giorno da detenuto viene fatto da mangiare e preparato dagli altri detenuti il letto a chi arriva. Abbiamo carceri fatiscenti, per lo più ottocentesche, quando non settecentesche, bisognerebbe investire molto di più nel nostro sistema di detenzione perché siamo uno dei Paesi europei più sanzionati dai vari organi internazionali. Perché le nostre carceri sono per lo più disumane sia per chi le abita da detenuto, sia per chi ci passa il proprio tempo come agente di custodia. Ma la situazione è ulteriormente peggiorata l'ultimo anno perché sono aumentati in maniera esponenziale i suicidi dei detenuti che non dovevano stare soprattutto in carcere perché erano incapaci di intendere e di volere o con problemi psichiatrici. Soprattutto - ha proseguito - è aumentato anche il numero dei suicidi degli agenti di custodia: questo significa che abbiamo delle strutture assolutamente fatiscenti dove mancano tutti quegli spazi e tutti quelle prerogative che sarebbero necessarie. Soprattutto manca idealmente proprio l'idea di carcere come luogo dove redimersi e dove fare delle esperienze che possano permettere un reintegro del detenuto nella società a diventano semplicemente delle strutture punitive dove si vive in maniera a volte bestiale"

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