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Cucinotta e Riotta, 'Il meglio di te', tra amore e perdono

Cucinotta e Riotta, 'Il meglio di te', tra amore e perdono

Su Rai1 il film di Cortese in prima tv il 3 aprile

ROMA, 25 marzo 2024, 18:59

Nicoletta Tamberlich

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Nel film si parla di un amore a 360 gradi, in cui ognuno a suo modo può identificarsi, di rabbia e di quanto portarsi quella rabbia dentro faccia continuare a commettere errori, ma anche di sofferenza e soprattutto di quanto invece il perdono sia salvifico. Questo è un film che ci dice: perdona perché magari ti stai perdendo l'opportunità di liberarti". Lo spiega Maria Grazia Cucinotta, presentando nella sede Rai di Viale Mazzini Il meglio di te, film drammatico di Fabrizio Maria Cortese (uscito in sala nel novembre del 2023, presentato in anteprima a Cannes e in arrivo su Rai 1 in prima tv il 3 aprile) con protagonisti l'attrice nei panni di Nicole e Vincent Riotta in quelli di Antonio.     Quest'ultimo è un uomo di successo ormai malato terminale, mentre Nicole è una donna molto bella, sua ex. I due si sono amati molto, come si vede a inizio film in un lungo flashback, poi tra loro qualcosa si è rotto, la storia finisce per un tradimento. Ora però si tratta di fare i conti con l'immediato futuro e relativa eredità e intorno al capezzale di Antonio si riuniscono parenti e amici. Una produzione Orange Pictures Golden Hour films, Sirio Studios con Rai cinema.     Alla presentazione anche l'Ad di Rai Cinema Paolo del Brocco e Adriano De Maio - direttore Cinema e Serie Tv oltre al regista e al resto del cast. "Questo è un film - aggiunge Cucinotta - che ci dice: perdonare è bello, se la persona se lo merita. Poi ti parla di tanti argomenti, di una donna che non è riuscita ad avere un figlio, di un figlio che arriva ma non è il tuo e ti può fare rabbia ma, in realtà, è la vita che va avanti. Ti parla dell'amore tra due donne. Questo film è tutto questo; sono piccoli messaggi che arrivano direttamente al cuore ed emozionano".     Ci sono così la sorella (Anita Kravos) di Antonio con la compagna, la suocera (Giusi Merli) che ha scelto di vivere con lui e ancora Paola (Daphne Scoccia), giovane ragazza madre con il figlio. Arriva anche, non atteso, il nuovo amore (Simone Montedoro) di Nicole. Ma soprattutto nella casa in campagna di Antonio arriva lei. Nella colonna sonora del film c'è la canzone omonima Il Meglio di Te interpretata da Giusy Ferreri.     "Non nascondo che in questo film ci sia l'eco dell'ultimo saluto di mio padre, un medico, che vicino alla morte volle chiamare tutti, uno per uno. Ora quel suo ultimo saluto mi è rimasto dentro tutta la vita" rivela il regista, anche perché "il giorno dopo quella telefonata è morto".     Dice invece Vincent Riotta, attore britannico di origini italiane: "Mi sono subito fidato del regista e lui ci ha messo in condizione di dare il massimo. Il mio personaggio è un uomo che dalla vita ha avuto tutto, successo, amore, poi come talvolta succede, per superficialità rovina tutto. La frase che mi ha colpito di più è quanto lui si domanda 'cosa ti posso lasciare', e non si riferisce a qualcosa di materiale".     Dire addio a una persona cara significa anche trovare la forza di perdonarla, soprattutto perché il perdono permette a chi resta di andare avanti serenamente con la propria vita, senza trascinarsi dietro inutili rancori. A Nicole non a caso la madre rimprovera di essere diventata dura, arida, scostante.     Invece, alla fine, quello che conta è altro, l'amore che si è stati capaci di dare e di ricevere. Il film di Cortese ci invita dunque a riflettere e a dare il meglio di noi: lo si può fare accettando di crescere.     Cucinotta ricorda infine Massimo Troisi a 30 anni dal Postino, che la vedeva come protagonista femminile. Il regista morì al termine delle riprese, il film fu candidato a cinque Oscar e vinse per la colonna sonora. "I ragazzi, che allora non c'erano, devono sapere chi era Massimo. All'estero viene studiato nelle più rinomate università". L'attrice messinese, che dice di aver vissuto molto all'estero e di aver girato negli ultimi anni pochi film, essendosi dedicata più alla produzione, soprattutto in Cina, ci tiene a sottolineare che "oggi, purtroppo, i giovani italiani non sanno nemmeno chi siano De Sica o Fellini; non studiano cinematografia mentre negli Stati Uniti si studia Il Postino". "Penso bisognerebbe inserire nelle scuole un'ora di cinematografia a settimana perché anche quella è la nostra cultura - aggiunge -, anche perché il cinema italiano non ha nulla da invidiare a nessuno".

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