"Per tanti anni, anche quando
governava la Dc, in Rai i partiti sceglievano i competenti
perché non dovevi sfigurare rispetto agli altri. Gran parte dei
prescelti, certamente erano attribuibili ad un'area politica, ma
dovevano essere bravi. In questi giorni assistiamo al trionfo
degli appartenenti stretti, nel segno di una mediocrità diffusa.
Penso che la politica decisa dal governo gli si rivolterà
contro. Sarà autolesionistica". Così alla Stampa l'ex dg della
Rai (governi D'Alema e Amato) Pierluigi Celli.
"Se vuoi avere risultati - aggiunge - ci vuole un po' di
coraggio, un po' di intelligenza e mettere professionisti che ci
capiscono. Anche se la pensano diversamente da te. Da un certo
punto in poi la qualità generale è diminuita. Bisogna avere la
schiena dritta quando sei messo da qualcuno che si aspetta
gratitudine da te". Rispetto alle ultime nomine, "alcuni li
conosco. Angelo Mellone avrei voluto farlo lavorare con me. Ma
complessivamente c'è una diffusa mediocrità. Per aver potere non
basta occupare i posti".
"Con i tempi che corrono, con la concorrenza internazionale
che c'è - prosegue - se non metti nei posti giusti persone più
che competenti, avvertite culturalmente, faranno danni a sé
stessi. Pensano di rivoltare la cultura, come se la cultura si
potesse rivoltare. Oramai la gente ha occhi per vedere, orecchie
per sentire e testa per giudicare. Oggi puoi fuggire ovunque,
sulle piattaforme più diverse". Lucia Annunziata "credo che
abbia voluto esprimere distanza dalla logica imperante. Ha una
sua reputazione da difendere", mentre la vicenda Fazio "è
l'esito finale di una vendetta a lungo maturata".
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