Come intitolare una raccolta di
pensieri sparsi che non ha un preciso filo conduttore ma
riflette stati d'animo forti e contrastanti provati durante il
lockdown? Enzo Iacchetti ha pensato di chiamare 'Non è un libro'
il suo personalissimo 'zibaldone' che non ha una casa editrice
né un prezzo definito di copertina ma sarà acquistabile nelle
piazze direttamente da lui che inizierà un viaggio al fianco
della Croce Rossa Italiana.
"E' un'operazione di 'auto publishing' di questa mia
'operina' di cui ho stampato in autonomia le prime mille copie.
Questo mi svincola da questioni economiche e mi consente di
devolvere il 100% degli incassi alla Croce Rossa con l'obiettivo
di acquistare un'autoambulanza per chi ne ha bisogno, magari per
un comune che non ne ha una", spiega Enzo Iacchetti all'ANSA.
"Soprattutto durante il primo periodo del lockdown, chiuso
in casa insieme al cane, mi sono accorto che iniziavo a dare i
numeri. Ormai gli parlavo e lui mi rispondeva. Ho iniziato a
scrivere pensieri sparsi e appunti sui foglietti e alla fine li
ho messi insieme. Il rumore assordante delle ambulanze che
correvano su e giù mi ha dato l'ispirazione", racconta.
Con la chiusura dei teatri, Iacchetti, come tutti i suoi
colleghi, è stato costretto ad interrompere un tour. In quel
periodo era fermo anche con la conduzione di Striscia la
Notizia. Chiuso in casa, ha dato sfogo a pensieri "surreali,
arrabbiati e talvolta anche comici", confessa.
Nel suo libro l'attore e conduttore tv sogna una grande
sfida, un duello tra le vittime della pandemia e il malgoverno.
Iacchetti ammette di avere sofferto tanto in questi mesi e di
aver urlato, a modo suo, quel dolore in questo libro. "I
passaggi più poetici - racconta - sono quelli dedicati a medici,
infermieri, volontari. Mi sono sentito tanto vicino alla loro
dedizione. Sono stati lasciati allo sbaraglio senza la minima
difesa. Penso che questa bestia di virus sia la rivolta della
natura verso i dispetti subiti negli anni". Il volume sarà
consegnato da lui a chi lo vorrà, nel corso di incontri pubblici
con la Croce Rossa Italiana, "e ognuno devolverà alla causa
quello che può e che vuole, da 50 centesimi a 1 milione di
euro".
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