Come vive, lavora e agisce il mondo degli hacker? È ciò che è destinato a scoprire il giovane protagonista, genio di codici e programmazione, drug addicted e dipendente di una disumana corporation, che verrá reclutato da una setta di pirati informatici impegnati in una apocalittica cospirazione ai danni del mondo dell’ economia e delle multinazionali. Riuscirá a fare luce su allucinazioni e fobie che costellano la sua vita? Scritto come la confessione letteraria di una personalitá borderline che cerca di controllare e governare le ingiustizie che lo circondano con il potere delle sue intrusioni informatiche, Mr robot, che si muove tra New York e Coney Island, immerge lo spettatore in un flusso di suspense ed ansia che cresce fino all’ultima puntata: uno stile di racconto, fatto di montaggio nervoso, setting cinematografico e atmosfera minacciosa che si rafforza nella seconda stagione e che vede lo stesso ideatore alla regia di tutte le puntate, con una tensione verso un nuovo colpo di scena altrettanto clamoroso di quello della prima.
I suoi punti di forza sono la narrazione di una comunitá come quella invisibile di Anonymus, il mix del sentimento di cospirazione epocale e psicosi, fobia e schizofrenia, un po’ alla Fight Club e la presenza, in quasi tutte le inquadrature, dello sguardo tiroideo del protagonista (il giovane Rami Malek, che usa Linus/Unix e che ha sempre la batteria del suo IPhone al 22% ) che irradia una perenne espressione di sconcerto e stupore. "C' è qualcosa che ha a che vedere con delle profonde e autentiche ferite in questo ragazzo, qualcosa capace di acciuffare l' empatia e i sospetti dello spettatore" ("Washington Post").
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