Creata da Judd Apatow, considerato il padre della nuova commedia hollywoodiana, è stata accolta come una delle serie più interessanti e innovative dell’ anno, nonostante l’ ovvietá del suo tema contenuto nel titolo. E’ una commedia dei sentimenti divertente, mobile e rivelatrice che sarebbe piaciuta a Marivaux: non c’è nulla di prevedibile che ci consenta di governarli, soprattutto i nostri piani, non c’è niente come i sentimenti che possa renderci la vita piena o insopportabile, toccante o ridicola.
Sono la forza di gravitazione che, ancor più dell’ ambizione o del successo, sottende una comunitá di trentenni cool imbevuti di humour californiano ad alta instabilità ormonale, lessicale ed esistenziale. Si tratta di dieci episodi, dalla messa in scena semplice e neutra, quasi incolore, tra i 25 e i 35 minuti, che prendono la giusta temperatura dopo i primi tre e ne sono protagonisti Gillian Jacobs, già protagonista di Community, e Paul Rust, un comico e autore americano, dal profilo sagomato come un fumetto (la prima lavora in una piccola radio, fa uso di alcol e psicofarmaci e vive in una condizione frustrante di disincanto; il secondo è il suo opposto: tranquillo e ossessivo come un adolescente).
Scrive “Indiewire”: “Mentre ci culla in un finto terreno familiare, Love si assicura di scuotere le cose con episodi che rompono schemi e momenti che ribaltano quello che dovrebbe accadere in una commedia televisiva”. Alcune scene irresistibili, come quella di un primo appuntamento disastroso (V episodio) e quella della visita al Castello della Magia (VII episodio), hanno la perfezione comica dei classici della commedia nella cui filigrana, però, con l’ avanzare della serie, fa capolino un inconfessabile romanticismo.
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