E’ realizzabile un romanzo epico e corale, romantico, spiritoso e nostalgico sull’ avvento dell’era del personal computer? Forse prima della crescita esponenziale della produzione della nuova serialità non lo sarebbe stato. Ma seguendo questa serie che racconta di un gruppo di programmatori che hanno cambiato le carte in tavola prima ancora dell’arrivo di Steve Jobs e Bill Gates, sembra difficile non credere ad una avventura così appassionata. Servita da attori di notevole ricchezza e personalitá espressiva (soprattutto Mackenzie Davies, Lee Pace, Kerry Bishé, Scott McNairy, Toby Huss) ha uno script di energia ribelle dove la trasformazione digitale del mondo racconta, in realtà, quella ancor più decisiva del modo in cui l’intelligenza delle donne conquista il ruolo che le spetta.
Fin dai titoli di testa, ideati dal famoso gruppo Elastic, Halt and Catch Fire propone un design fatto di tensione e velocità, concentrazione e rotture drammatiche, birignao tecnologico e gran dialoghi, in cui la sperimentazione di codici di programmazione, i problemi di struttura dell’hardware e l’incubo del marketing si intrecciano con le relazioni umane e sentimentali come in un rompicapo matematico. “Halt and Catch Fire mantiene la sua impostazione sulla rivoluzione informatica e non c’è alcun dubbio, ci sono molte storie da raccontare con questi personaggi” (“Hollywood Reporter”). Anche se, in fondo, una fetta consistente del piacere che procura è dovuta alla ricostruzione di un’epoca, come in Mad Men: “La storia si svolge all’incirca trenta anni fa ma sembra il medio evo guardato con le lenti tecnologiche di oggi. Proprio ciò è la fonte principale del divertimento” (“Chicago Sun Times”)
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