Ispirata al film dei fratelli Coen, ha come sfondo il Minnesota innevato e freddissimo, sul quale si disegna con sorprendente nitidezza un gruppo di attori strepitosi capaci di rendere vivido e inquietante, dolce e memorabile, quasi tutto quello che fanno: Billy Bob Thornton, Allison Tolman, Colin Hanks e Martin Freeman nella prima stagione; Kirsten Dunst, Patrick Wilson, Jesse Plemons, Jean Smart e Ted Danson nella seconda. “La bellezza di questa serie è duplice: non solo aumenta il livello di suspense, perché può succedere di tutto, ma la natura, limitata, dell'impegno permette ai produttori di attirare attori importanti e diversi ad ogni stagione” (“Variety”). Noah Hawley, sceneggiatore, scrittore, figlio di Louise Armstrong, una celebre autrice e attivista femminista (entrambi le stagioni di Fargo possiedono notevoli personaggi femminili) che ha contribuito enormemente alla presa di coscienza della diffusività degli abusi dell’incesto, è uno degli autori più significativi della nuova serialità (“Raccontiamo con le serie tutto ciò che non si può fare nei film”).
Sembra utilizzare tutto il cinema dei fratelli Coen (i richiami e le citazioni, esplicite o indirette, sono numerosi e manipolati con maliziosa destrezza) per una sorta di epopea noir che ricostruisce i rapporti tra societá americana e violenza (e cinema) dalle origini pionieristiche a oggi (vedi la incantevole overture di cinema nel cinema della seconda stagione) con lo stesso diapason del virtuosismo della messa in scena e groviglio romanzesco, di spietato sadismo e torpore, di crime movie e commedia, dei film degli autori di Blood Simple, Il grande Lebowski e Non è un paese per vecchi.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA