Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Downton Abbey, su Rete4 torna serie cult

Downton Abbey, su Rete4 torna serie cult

Dall'11 dicembre la quarta stagione, tra classismo e progresso

LOS ANGELES, 30 novembre 2014, 14:25

Francesca Scorcucchi

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Ci si illude che oggi salire la scala sociale grazie al talento, le capacità e lo studio sia possibile. Che un ragazzo intelligente nato da una famiglia povera possa fare fortuna più che in passato. Un recente studio degli economisti Gregory Clark della University of California e Neil Cummins della London School of Economics sul progresso sociale dell'umanità dal 1170 al 2012, 28 generazioni di 30 anni l'una, dimostra il contrario: chi era elite allora è elite oggi. Un principio che per alcuni paesi (fra cui Italia, Inghilterra e Stati Uniti) è più valido che per altri. Sarà per questo che piace tanto Downton Abbey, la serie inglese giunta alla sua quinta stagione (ma in Italia siamo indietro di una) che racconta un mondo fatto di regole e tradizione, ancorato in classi sociali rigide e quasi inespugnabili e che però evolve, si adatta al tempo. Con più o meno buona volontà, cavalca l'onda lenta del progresso che ha segnato il passo del XX secolo.

L'11 dicembre, in prima assoluta su Rete4, prenderà il via la quarta serie delle avventure della famiglia Crawley, conti di Grantham, con la sua numerosissima servitù. Ancora una volta dunque critici televisivi e sociologi si scomoderanno per cercare di spiegare il fenomeno. A cosa è dovuto il successo di questo period drama di ambientazione edoardiana, ideato e sceneggiato dallo scrittore Julian Fellowes, i cui numeri fanno scalpore: 120 milioni di persone a seguirlo, in 220 nazioni nel mondo? Una sceneggiatura perfetta, l'attenzione al minimo dettaglio e una recitazione di ottimo livello (nel cast Hugh Bonneville, Michelle Dockery, Maggie Smith, Jim Carter, Joanne Froggatt e Elisabeth McGovern) non bastano a spiegarlo.

"Ogni anno si aggiunge un paese - dice Michelle Dockery che nella serie ha uno dei ruoli più importanti, è Lady Mary, la figlia primogenita della famiglia Crawley - ma la cosa che mi ha colpito di più è che il successo non è cresciuto gradatamente come accade spesso con le serie di qualità che con il passaparola acquistano pubblico. Era andata in onda la prima puntata della prima stagione e i dati d'ascolto erano già altissimi e noi protagonisti eravamo sulle copertine della pagina dello spettacolo di tutti i giornali inglesi".

I Rolling Stones guardano Downton Abbey, il principe William e Kate Middleton si dicono fan, nel film Iron Man 3 c'è una scena in cui Robert Downey junior segue Downton Abbey. "Gli uomini lo guardano quanto le donne ma se ne vergognano un po' - dice Allen Leech, che nella serie interpreta Tom Branson, autista che, lui sì riesce a salire la scala sociale sposando una delle tre sorelle Crawley -. Due anni fa mi fermarono al controllo passaporti ed era appena andato in onda l'episodio in cui avevo uno scontro con mia moglie. L'agente prese il mio passaporto e mi guardò a lungo, poi dal nulla mi disse: 'Certo che ti sei comportato proprio male con tua moglie!', poi si sentì in dovere di aggiungere: 'Non che io guardi la serie. Sa, è mia moglie...'".

Forse il successo planetario di Downton Abbey sta nel fatto che la serie, pur mostrando una società divisa nettamente per classi, dimostra che il cambiamento è possibile, che il progresso sociale e tecnologico è fatto di piccoli ma ineluttabili passi. A Downton Abbey arriva l'elettricità, il telefono e un lontano parente avvocato (quando dover affidarsi ad una professione per sostentarsi economicamente era, se non un disonore, senz'altro poco decoroso). Il cugino Matthew Crawley erediterà titolo e tenuta dal momento che il conte Robert Crawley ha solo tre figlie femmine (se salire la scala sociale allora era difficile, essere donna condannava all'immobilità del ruolo di moglie e madre). Indubbio elemento di fascino è anche lo sfondo storico della serie, che attraverso le avventure dei suoi personaggi tocca avvenimenti storici come l'affondamento del Titanic, la Prima Guerra Mondiale, l'influenza spagnola e tutti i grandi avvenimenti che hanno segnato la storia degli ultimi cento anni.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza