Si intitola non a caso 'La maladie de
la mort', come il racconto di Marguerite Duras da cui è
liberamente tratto, lo spettacolo ospite per due sere del Teatro
di Roma all'Argentina, cupo e ossessivo, freddo e violento,
firmato da Katie Mitchell, su un rapporto di coppia che mette
assieme una donna che si vende con tutta la meccanicità che
questo comporta e un uomo che è morto dentro, incapace del tutto
di amare, e spera da questo incontro ripetuto di notte in notte
di ricavare una impossibile scintilla di sentimento, di vita. Il
lavoro, proveniente da Torino, sarà a Bologna dal 13 al 16
novembre e a Prato dal 20 al 23.
C'è una voce narrante, quella dell'autrice, che fa
osservazioni o riferisce pensieri in un linguaggio intenso e
molto letterario, ed è di Jasmine Trinca, presente in scena in
una sorta di cabina di regia, visto che tutto è costruito come
un set per la ripresa di un film, in linea con la ricerca sul
sovrapporsi e incrociarsi dei linguaggi di scena e tecnologici
della Mitchell.
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