"A chi vi dirà che solo la musica è
un linguaggio universale, voi mostrate questi numeri: 61 paesi,
28 lingue": così Sergio Escobar a Milano ha parlato a studenti e
addetti ai lavori dell'internazionalità del Piccolo a 70 anni
dalla sua nascita, che il teatro festeggia questo mese con varie
iniziative tra cui una mostra fotografica in via Dante.
A dimostrare la rete internazionale del Piccolo, anche un
videomessaggio con gli auguri di registi star come Nekrosius o
Lev Donin, chiuso dall'intervento di Ferruccio Soleri, lo
storico Arlecchino del Piccolo, forse lo spettacolo più
internazionale del teatro, tanto che allo Strehler si dice
scherzando 'Dio è dappertutto e l'Arlecchino c'è già stato'.
E' un movimento che va in due direzioni, accoglienza e
apertura, quello del Piccolo rispetto al mondo e in questo il
teatro, spiega Escobar, assomiglia molto alla sua città: "Non
c'è nessuna città europea che possa tenere per 60 giorni uno
spettacolo in una lingua straniera, è Milano che è fatta così".
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