La follia della guerra,
l'irrazionalità dettata dai sentimenti opposti nelle sue
espressioni più estreme come la passione e il dolore,
l'accecamento che porta a morire per..o ad uccidere chi... in
realtà si dice di amare di più. Il Trovatore è l'opera più cruda
del maestro di Busseto e nella messinscena del Teatro dell'Opera
di Roma, che la celebra dopo 16 anni di assenza, tutto questo
viene rappresentato con una scelta temporale originale, la
Grande Guerra. Anche se senza dubbio non sono pochi i
riferimenti e le letture possibili del mondo contemporaneo. Cupa
insomma ma molto efficace la regia di Alex Olle', del collettivo
Fura dels Baus che mai delude, per l'opera del musicista di
Busseto. L'incubo si ripete nelle scene astratte firmate da
Alfons Flores, nelle luci di Us Schonebaum, i costumi di Lluc
Castells. Sul podio il bravo Jader Bignamini, che dopo Aida e
Traviata affronta a pieni voti il suo primo Trovatore, forte di
un'orchestra e un coro che lo seguono con grande passione.
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