Federico Tiezzi, che dal 20 aprile
porta in scena all'Argentina un suo allestimento del Calderon di
Pier Paolo Pasolini prodotto dal Teatro di Roma, sa che c'è chi
dice, in quest'anno di commemorazioni per i 40 anni dalla morte
nel 1975: ancora Pasolini...?! ''Io invece sono convinto -
replica - che comunque il vuoto lasciato da Pasolini non
riusciamo a riempirlo; che tutti sanno chi è, ma pochi, specie
tra i giovani, lo conoscono e l'hanno letto davvero''.
La tragedia è, come suggerisce il titolo, una riscrittura
molto libera e ambientata nella Spagna franchista ispirata al
seicentesco ''La vita è sogno'' di Calderon de la Barca,
composta nel 1973 e andata in scena postuma a Prato nel 1978 con
la regia di Luca Ronconi. ''Io a quella rappresentazione c'ero e
quindi, oggi questo spettacolo è la realizzazione di un sogno
covato per 40 anni. Naturalmente oggi riaffiorano tanti ricordi,
faccio riflessioni, a cominciare su quanto sia cambiato io,
l'Italia e il mondo'', spiega Tiezzi.
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